Ad attenderlo c’era un corteo di tutto rispetto: sindaci, forze dell’ordine, sacerdoti delle parrocchie vicine e volontari della festa Santa Maria di Calcinatello, andata in scena tra venerdì e domenica. Il vescovo però era in uscita soprattutto per le tante donne in abito di festa, per i loro mariti con il rigoroso abito scuro e le decine di mambini e ragazzi al seguito: i giostrai che nei giorni scorsi hanno portato i loro giochi in festa.
E’ la prima volta che monsignor Luciano Monari incontra i giostrai, i nomadi, o zingari, che girano in lungo e in largo l’Europa alla ricerca delle feste, piazzando le roulotte e i giochi per alcuni giorni e poi ripartendo subito. Una vita difficile, ma spesso negli occhi di queste persone c’è solo gioia, allegria, a volte magari accompagnata da stanchezza, ma mai da rassegnazione. Il vescovo ha avuto parole buone per tutti loro, ringraziandoli per la loro attività. E loro hanno ricevuto l’abbraccio chiedendo che le parrocchie dove vanno ad animare le feste abbiano comprensione per loro, che li accolgano considerandoli cittadini, e fedeli, a tutti gli effetti, non dubitando della loro bontà e legalità.
La messa è stata celebrata sotto l’autoscontro, poi il vescovo ha passato in rassegna tutti i giochi di Calcinatello, il tiro a segno, il martello da spedire lontano, il trenino per i più piccoli. Alla fine si è pure concesso un giro in giostra, come quando era bambino. Prima di salutare ha ricevuto l’invito dal sindaco di Orzinuovi, invitato perché ha riportato i giochi in piazza dopo anni, a celebrare nel suo comune la prossima messa per i nomadi giostrai.
(a.c.)
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