La cattiva notizia è che i tumori maligni sono la prima causa di mortalità nell’ASL di Brescia, sia in termini di numero di morti (34% del totale), che in termini di anni potenziali di vita persa (42% del totale). Quella, con tutte le cautele del caso, parzialmente positiva è che l’incidenza dei tumori nella nostra provincia è sostanzialmente in linea con quella delle province e regioni limitrofe. Insomma, a Brescia non si muore di tumore più che altrove (ad esempio: leggermente più che a Mantova, ma meno che a Milano).
L’occasione per fare il punto sulla situazione è stata data dalla pubblicazione di un approfondito rapporto dell’Asl che ha preso in esame 37.186 casi di tumore nei due trienni 1999-2001 e 2004-2006, studiando nello specifico 18 diverse tipologie di tumori nei 12 distretti in cui è suddivisa la provincia. Il report completo è disponibile per la consultazione di tutti i cittadini sul sito dell’Azienda Sanitaria (clicca qui per accedervi).
I ricercatori hanno innanzitutto ricordato che gli stili di vita individuali (alimentazione, fumo, sedentarietà, esposizione al sole) incide per il 70% nell’insorgenza dei tumori, i fattori genetici per il 10%, l’inquinamento ambientale (lavorativo, atmosferico e domestico) per il 15%. Da un’analisi complessiva della malattia tumorale in provincia l’Osservatorio Epidemiologico dell’Asl ha quindi evidenziato che i tre distretti maggiormente colpiti sono città, Ovest e Monte Orfano. Tante sono le differenze riscontrate tra le varie tipologia tumorali, e lo studio ha analizzato anche le differenze di genere tra le persone colpite.
Alcuni risultati del confronto tra i diversi distretti e l’intera Asl presentano aspetti di interesse da sottolineare:
• il distretto del Garda presenta dei tassi più bassi per tutti i tumori e per quasi tutte le tipologie
• la città e l’hinterland presentano dei tassi più elevati per una serie di tumori (mammella, ovaio e corpo utero, colon-retto, prostata) per i quali in diversi studi si evidenzia un eccesso nelle aree urbane rispetto al territorio circostante; alcuni di questi potrebbero in parte spiegarsi con diverse abitudini di vita (mammella femminile) o con una maggiore sensibilità diagnostica (prostata)
• in città vi sono alcuni eccessi (vescica, rene, melanoma) di non chiara interpretazione
• al contrario in città si notano tassi più bassi per quanto riguarda i tumori più legati ad agenti infettivi (stomaco, fegato, cervice): per questi vi sono forti differenze distrettuali
• peculiare la distribuzione geografica del tumore del polmone che risente con una latenza di circa 30 anni delle abitudini fumatorie: nei maschi
si osservano eccessi in alcuni distretti dell’ovest mentre le femmine presentano tassi più elevati in città e sul Garda.
(a.c.)
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