Il traghettatore si chiama Guglielmo Epifani, e merita rispetto. Non erano molti, nel PD, quelli disponibili a fare l’uomo di Cirene in un partito in decomposizione. Epifani ha accettato di fare il Segretario reggente, e va dato onore al merito. Epifani sa bene, perché sa capire ed intendere come pochi, che il suo ruolo, agli occhi dei potentati del PD, è quello della maschera d’ossigeno: consentire al paziente di respirare affinché non muoia per anossia. Sa anche che il consenso sul suo nome è stato propiziato dal convincimento dei capi delle mille anime del partito, a torto o a ragione, della sua sostanziale innocuità in vista dell’appuntamento vero, e cioè il Congresso d’autunno. Già, perché il rischio grosso, per loro, era che il traghettatore fosse capace di assumere una forte leadership nel partito da rifondare. Rimane la curiosità di vedere dove il PD terrà il Congresso d’autunno. No, non la località, quella poco importa, ma il sito. Si svolgerà in un grande Centro Congressi, nella sala di un cinema, o nella saletta di un dopolavoro? Chissà, dipende. Da cosa? Ovvio, da un lato, dalla loro capacità di far dimenticare in fretta, e dall’altra quella di far vedere che ci sono, e che delle sorti del popolo italiano glie ne importa ancora, almeno qualcosa.
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