Legambiente smentisce l’assessore regionale, la macchia rossa era dovuta a inquinanti
Claudia Terzi, assessore regionale ad Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, solo pochi giorni fa rassicurò tutti affermando che la chiazza colorata che un mese fa galleggiava sulla superficie del Sebino non era dovuta a inquinamento (leggi la notizia). Dopo un primo commento a caldo delle parole dell’assessore da parte di Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia (leggi la notizia) ieri il presidente del circolo di Legambiente Basso Sebino, Dario Balotta, dopo aver dettaggliatamente analizzato i dati delle rilevazioni Arpa ha sostanzialmente smentito l’assessore.
Le parole di Balotta sono riportate sulle colonne di Bresciaoggi in edicola stamane: «L’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi non è affidabile: nel comunicato diffuso la scorsa settimana sulla chiazza che dal 13 aprile s’è sparsa per il lago, non solo non ha fornito i dati Arpa, ma ha escluso che si sia trattato di un inquinamento di cui preoccuparsi. L’analisi chimica dei campioni prelevati il 17 e il 19 aprile ha evidenziato in particolare concentrazioni elevate di ferro e alluminio nelle tre postazioni campionate a Govine, nel canale ex Italsider e alla foce dell’Oglio. Il ferro potrebbe giustificare la riferita tonalità rossastra delle acque». Prosegue Balotta: «Quale rapporto dell’Arpa ha letto l’assessore? Nel comunicato tranquillizzante della Regione, Claudia Terzi ha omesso di dire che nell’acqua c’erano concentrazioni elevatissime di metalli, da quelli meno dannosi, come il ferro e il boro, a quelli tossici e pertanto esiziali per la salute dell’uomo, come il mercurio, l’arsenico, il piombo, il cromo e il nichel. Chiaro che la presenza di questi metalli è il "regalo" di 40 anni di attività non controllate delle acciaierie della Valcamonica, le cui conseguenze si manifestano solo ora».
(a.c.)