Chiazze nel Sebino, Legambiente: “Bene l’aumento dei controlli ma il bacino deve essere risanato”
“Siamo sollevati ma anche preoccupati per il fatto che le analisi delle acque non abbiano evidenziato nessuna situazione di rischio grave per l’ambiente lacustre”. Questo il commento di Legambiente Lombardia alla notizia della prevista pubblicazione degli esiti degli accertamenti condotti da ARPA nei giorni successivi alla comparsa dell’imponente chiazza che ha colorato di rosso le acque del lago d’Iseo. L’associazione nei prossimi giorni esaminerà approfonditamente i dati dell’agenzia regionale da cui, secondo le notizie riportate, emergerebbe un quadro tranquillizzante circa la presenza di contaminanti e di proliferazioni di microorganismi acquatici. “Restiamo preoccupati perchè il fenomeno, particolarmente evidente, resta a tutt’oggi senza spiegazioni plausibili – insiste Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia – eppure è stato sotto gli occhi di migliaia di persone, forse il ritardo con cui si è proceduto ai campionamenti ha impedito di risalire alla sua origine. Ma la chiazza è rimasta per più di una settimana. Riteniamo inoltre che in questo contesto sia assolutamente necessaria la presenza delle forze di polizia sul lago d’Iseo, unico grande lago italiano senza un efficace monitoraggio di polizia con poteri di controllo e di repressione. Ma al di là dei fatti recenti è noto che il lago d’Iseo resta un malato grave, che custodisce nella profondità delle sue acque eccessive concentrazioni di inquinanti di varia natura, e che continua a ricevere apporti nocivi a causa di un sistema di collettamento e depurazione inadeguato ai fini dell’ottemperanza degli obblighi imposti dalle direttive europee in materia di tutela delle acque. Chiediamo per questo – conclude Meggetto – che vengano disposti e attuati con la massima urgenza gli investimenti richiesti per il risanamento delle acque del lago e dei corsi d’acqua che lo alimentano, in particolare nel distretto sopralacuale del fiume Oglio”.