L’appello alla tutela di un elemento distintivo del territorio è il focus del V appuntamento del ciclo ‘Paesaggi rurali, paesaggi produttivi’, con la partecipazione dell’esperto Ocildo Stival Testimoni degli ultimi 400 anni, le selve castanili dell’Alto Garda bresciano stanno ora soccombendo. L’insetto killer, il cinipide galligeno, è solo il più recente attacco a un patrimonio vegetale inestimabile che ha connotato fortemente il paesaggio delle aree boschive da Gardone Riviera a Tremosine. ‘Il problema maggiore è l’assenza di un piano di salvaguardia che punti al ripristino e al mantenimento delle selve castanili ‘ spiega l’esperto Ocildo Stival, che terrà sul tema un incontro aperto alla cittadinanza il prossimo 29 maggio a Salò -. E’ necessario che alla buona volontà dei singoli castanicoltori si affianchi un strategia territoriale corroborata dalle risorse necessarie alla tutela di un patrimonio che si è evoluto nel corso dei secoli ma che rischia di essere disperso in pochi decenni.’. La conferenza si terrà alle 21 presso la Sala dei Provveditori del Municipio, Lungolago Zanardelli 55: si tratta del quinto appuntamento del ciclo ‘Paesaggi rurali, paesaggi produttivi’ promosso dal GAL Garda Valsabbia e dal Comune di Salò. L’obiettivo è portare alla luce il problema e suggerire possibili strategie risolutive. Una di queste è mettere in risalto il potenziale della castanicoltura come elemento di valorizzazione del paesaggio e come risorsa economica, sia in termini di attrattività turistica che di vera e propria integrazione al reddito.
‘La coltivazione del castagno da frutto è indissolubilmente legata ai territori ‘ aggiunge Stival -. In effetti, in ogni località si sono affrancati, a causa della sterilità del marrone, diverse varietà che costituiscono un patrimonio genetico e di biodiversità unico ed irripetibile. Vanno tutelate e affidate alle future generazioni inoltre, oltre alle pratiche colturali legate alla coltivazione, conservazione, trasformazione e consumo delle castagne, anche tutta la ‘cultura’ che il castagno ha alimentato nel corso nei secoli: tradizioni, leggende, proverbi, piatti tipici, pratiche colturali raffinatissime tramandate oralmente o con l’esempio concreto. La sfida da affrontare, necessaria ad interrompere il declino di questa coltura che fino a pochi anni fa era fondamentale per la sopravvivenza della gente di montagna è quella di ridargli una certa ‘dignità’ economica tale da consentire un sufficiente ritorno economico al castanicoltore. Il ciclo di incontri e la serata del 29 maggio sono promossi dall’Assessorato all’Ambiente ed Ecologia retto da Aurelio Nastuzzo, dal GAL Garda-ValSabbia ‘ nell’ambito del progetto di cooperazione Landsare – e dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale. L’ingresso è libero.
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