(a.t.) A 47 anni compiuti Emilio Del Bono ha deciso di giocarsi tutto. E tra pochi giorni la sua vita cambierà in ogni caso. Perché – assicura lui – sconfiggerà il primo cittadino uscente Adriano Paroli, si prenderà la rivincita del 2008 e diventerà il nuovo sindaco di Brescia. Oppure – come si augura il suo principale avversario – perché incasserà una sconfitta (la seconda nell’arco di cinque anni) che peserà in maniera significativa anche sul suo futuro politico. “Ho pensato molto prima di ripresentarmi”, racconta l’esponente del Pd, “e non è stata certo un’impuntatura o una scelta dettata dell’ambizione. L’ho fatto per senso del dovere, perché ritenevo che la mia fosse la candidatura attorno a cui si poteva costruire il massimo dell’unità nel centrosinistra. Sono consapevole di ciò che rischio oggi”, continua Del Bono, che dopo l’esperienza romana ha anche deciso di tornare al lavoro, “ma il mio futuro politico non è la priorità: tutto ciò che devo fare lo sto facendo adesso, cercando di conquistare la Loggia”.

Ma se diventasse sindaco quale sarebbe il suo primo atto di governo?

Programmerei la bonifica dei giardini scolastici inquinati da Pcb. Il Comune ha il dovere di occuparsi subito della salute di bambini e insegnanti.

E cosa cancellerebbe di quanto fatto da Paroli?

Innanzitutto il Bigio, opera costosa e non necessaria. Tanto più di questi tempi.

Che salverebbe, invece, di quanto fatto dall’amministrazione uscente?

Senza dubbio gli investimenti legati a Santa Giulia, che però non vanno confusi con le “piccole mostre, grandi truffe” degli ultimi anni.

Mai come nell’ultimo quinquennio la battaglia politica della Loggia è arrivata fino ai tribunali. E’ davvero convinto che esista una questione morale per il Comune?

Il centrodestra chiude il mandato con tre inchieste della magistratura, quelle su Brixia Sviluppo, sull’assessorato alla Mobilità e sulle mostre. Senza dimenticare vicende come l’utilizzo delle carte di credito da parte della giunta e le multe prese dal sindaco. Credo che anche in Loggia esista una questione di costume pubblico e di allentamento degli anticorpi di controllo della macchina comunale.

Salverebbe qualche assessore degli uscenti?

Il migliore è stato Di Mezza. Difficile dire chi sia stato il peggiore: è una bella lotta.

Lei con che squadra si presenterà?

Non faccio nomi. Ma posso anticipare che al Bilancio metterò un tecnico. Uno dei primi atti di cui ci dovremo occupare, in caso di vittoria, è quello di predisporre il bilancio preventivo per il 2013 e – data la situazione drammatica in cui versano i conti del Comune – avremo bisogno di grande professionalità.

Vincere non sarà facile. Se non dovesse arrivare al ballottaggio chi sosterrebbe?

Considero quasi impossibile l’ipotesi che ci arrivino Francesco Onofri o Laura Castelletti. Tra il sindaco attuale e i grillini, francamente, sceglierei il cambiamento.

In caso di Paroli bis, comunque, non potrà più dire che il vero sindaco è Rolfi…

Innanzitutto rilevo che anche Rolfi è stato colpito dal virus dei doppi incarichi, candidandosi per fare il consigliere regionale dopo che è stato eletto al Pirellone. Detto questo non so chi potrebbe essere l’uomo forte della prossima giunta Paroli. Di certo non Paroli.

Parliamo di casa sua. Lei, mesi fa, aveva indicato come obiettivo quello di dar vita a una coalizione il cui asse poggiasse su Pd, civiche e Udc. Poi si è alleato con Fenaroli.

Le civiche che mi sostengono saranno una delle sorprese di queste elezioni, perché possono contare su figure di rilievo che pescano in tutti i mondi. Basti citare tre nomi: Morgano, Minini e Zecchini. Quell’obiettivo – insomma – è stato realizzato, se non per l’assenza dell’Udc. Ma il segretario provinciale Quadrini, negli ultimi mesi, non ha fatto altro che criticare le scelte della giunta Paroli: perché oggi lo appoggi mi pare un mistero. Oltre che un errore. Quanto invece ai rapporti con Onofri e Castelletti, penso che il loro elettorato – al dunque – sceglierà noi, perché condividiamo le loro proposte e siamo l’unica alternativa reale a Paroli.

Torniamo ai temi concreti. Lei è stato tra i primi a indicare l’ambiente come priorità. Dunque via alla bonifica sull’area Caffaro, centro totalmente chiuso alle auto, investimenti sulla metro e abbandono graduale della politica del termoutilizzatore?

Di sicuro la bonifica è una priorità importante. Come lo sono il salvare dal cemento di questo Pgt le aree ad uso agricolo e il potenziamento della mobilità sostenibile attraverso l’integrazione della metro con il sistema dei bus e i parcheggi scambiatori. Sul fronte dell’inceneritore, invece, credo si possa arrivare al dimezzamento dei volumi di rifiuti bruciati. Mettendo in campo misure concrete per far decollare la raccolta differenziata.

I soldi per la bonifica dove si trovano?

Senza Brixia Sviluppo e l’acquisto dell’Omb avremmo in cassa 33 milioni, che potremmo già usare per bonificare i giardini delle scuole. Di sicuro andranno trovate nuove risorse, ridefinendo le priorità e battendo cassa a Roma e a Bruxelles. Per l’Ilva il governo ha stanziato 260 milioni, per noi soltanto 6: non possiamo far finta di niente.

Ha accennato a Roma. Se fosse stato in Parlamento qualche settimana fa chi avrebbe votato come presidente della Repubblica? Il Pd, anche per colpa dei franchi tiratori, non ha fatto una gran figura…

Alcuni nostri parlamentari sono stati degli irresponsabili senza coraggio: è inaccettabile che si acclami pubblicamente una persona (Prodi, ndr) e poi, approfittando del voto segreto, ci si comporti in maniera opposta. Quanto al presidente, io avrei valutato anche l’ipotesi di Pietro Grasso. Ma Napolitano è stata una scelta di altissimo profilo.

Letta al governo le piace?

Lo conosco da anni: è persona di grande competenza e onestà, oltre che un amico. Sono certo che sarà un buon presidente.

Ma se domani si tornasse alle urne chi vorrebbe come premier?

Mi pare che oggi le possibilità di vittoria del Pd passino soprattutto attraverso la candidatura di Renzi. E’ una carta fortissima da giocare alle elezioni, e spero che il partito lo faccia.

Concludiamo con il gioco della torre. Chi butta tra Laura Gamba e Laura Castelletti?

Salvo entrambe perché sono donne.

Vilardi o Rolfi?

Rolfi. E non solo per galanteria.

Labolani o Orto?

Labolani, perché ha fatto un sacco di pasticci.

Letta o Bersani?

Il povero Bersani dalla torre è cascato da solo…

Un pregio e un difetto di Emilio Del Bono?

A volte sono irascibile. Ma so andare in profondità alle cose.

EMILIO DEL BONO E’ SOSTENUTO DA:

Pd

Ecologisti e reti civiche

Marco Fenaroli – Al Lavoro con Brescia

Brescia con la gente

Brescia Civica per Del Bono Sindaco

Spirito libero per Brescia

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Redazione BsNews.it

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