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Truffe a chi vendeva l’auto on line, sgominata la banda dei nomadi

 

All’alba di oggi, si è conclusa una vasta operazione della Polizia di Stato di Brescia che ha portato all’arresto dei componenti di un gruppo criminale di nomadi italiani di etnia Sinti dediti a rapine, furti e truffe.

Il blitz ha avuto inizio la notte di mercoledì scorso ed ha visto impegnati cinquanta uomini e donne della Squadra Mobile di Brescia, del Commissariato di P.S. di Desenzano del Garda (BS) e del Reparto Prevenzione Crimine “Lombardia” che hanno anche effettuato perquisizioni presso abitazioni e campi nomadi a Brescia, Rezzato (BS), Corte Franca (BS) e Desenzano del Garda (BS). Complessivamente sono state  11 le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare del GIP del Tribunale di Brescia, su richiesta della Procura della Repubblica. Una ventina le vittime della banda, residenti nelle province della Lombardia, del Trentino, dell’Emilia-Romagna e del Veneto, in particolare Mantova, Bolzano, Sondrio, Milano, Bologna, Ravenna, Modena, Verona e Venezia.

Solitamente i malviventi sceglievano le loro vittime tra coloro che effettuavano inserzioni in internet per la vendita di autovetture, camper e roulottes. Nel corso delle finte trattative, i nomadi si impossessavano dei beni arrivando poi a minacciare i proprietari, talvolta usando loro violenza, oppure raggirandoli con l’inganno e facendo perdere le tracce. A questi non rimaneva che denunciare l’accaduto alla polizia o alle stazioni dei carabinieri.

Effettuati i passaggi di proprietà dei veicoli presso i Comuni della zona del Lago di Garda, da cui il nome dell’operazione, i malviventi provvedevano alla loro immediata radiazione ed al trasporto all’estero. Le indagini della Squadra Mobile hanno fatto luce su una lunga serie di reati commessi nell’arco di un anno dai malviventi nomadi, tutti nullafacenti e con precedenti, a vario titolo, per rapina, furti in abitazione e truffe.

Tuttora continuano per verificare eventuali responsabilità di complici in territorio estero, in particolare Francia e Bulgaria, e per accertare se altre vittime sono incappate nella rete dei predatori nomadi. Nell’ambito della complessa indagine condotta dalla Squadra Mobile di Brescia, è emerso che un minorenne veniva utilizzato dalla banda per  contattare telefonicamente, sotto falso nome, le vittime ed indurle ad accettare gli incontri.

 

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Redazione BsNews.it

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