(a.c.) 598 chilogrammi di rifiuto pro capite, per un totale di 748.705 tonnellate annue. La media nazionale è leggermente più bassa e si ferma sotto i 500 chilogrammi a testa, ma sulla cifra pesano gli assimilati industriali, e non bisogna dimenticare che Brescia è ricca di industrie.
L’Osservatorio Provinciale Rifiuti in collaborazione con la cooperativa Cauto ha presentato ieri, in anteprima, alla commissione Seconda del Broletto uno studio condotto per rilevare che fino fanno i rifiuti che vengono prodotti dai bresciani. Stefania Faini ha relazionato la commissione sulla base dei dati raccolti circa l’anno solare 2010. Ne è emerso che Brescia ricicla "poco", rispetto alla media nazionale, ma "bene", con percentuali di riutilizzo della differenziata vicine al 100% sia per carta, vetro, ferro e metalli, umido e verde (sfalci, rami, erba etc che vengono usati per produrre compost e terriccio). Discorso a parte merita la plastica, con la percentuale di riutilizzo che si ferma al 85,4. Dove finisce il resto? Viene bruciato nell’inceneritore di Lamarmora, una sorta di carburante per tenere vivo il fuoco dell’impianto.
Nel 2012, rispetto all’anno di riferimento dell’indagine, la differenziata è salita al 45%. Meglio, ma non sufficiente a toglierci dal penultimo posto regionale in questa speciale classifica (peggio di noi solo Pavia).
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