Bigio in piazza Vittoria, Anpi propone lo stand-by dell’ “Era Fascista” fino alle elezioni

(e.b) Nella seduta delle Commissioni Lavori Pubblici, Ecologia, Ambiente, Cimiteri e Patrimonio e Istruzione, Cultura e Sport e Politiche Giovanili che si è tenuta ieri pomeriggio, mercoledì 20 marzo, e alla quale sono state chiamate ad intervenire anche le Associazioni Partigiane ANPI e FIVL-Fiamme Verdi di Brescia (anche a nome delle molte e diverse realtà associative del territorio che hanno condiviso le motivazioni alla base della petizione e delle diverse iniziative di protesta contro la ricollocazione della statua "L’era fascista" di Arturo Dazzi nel contesto urbanistico di Piazza Vittoria), le stesse hanno espresso che “valutazioni di ordine morale, storico, politico, di opportunità e la considerazione delle dinamiche sociali sottese a questo progetto dell’ Amministrazione Comunale di Brescia, suggeriscono in questo periodo di estrema incertezza e tensione sociale dovuto a molteplici fattori (instabilità politica, incertezza e crisi economica, dibattito aperto ed acceso sul tema in commento, e via discorrendo), e non da ultimo nella considerazione della prossima scadenza elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione, una pausa di riflessione seria e matura che deve essere promossa dall’istituzione Comune nel rispetto di quanti – dai semplici cittadini alle associazioni della memoria e della militanza nonviolenta, pacifista, antifascista, sindacale in rappresentanza di larghe fasce della popolazione – non concordano con il succitato progetto”. E continuano: “Solo a partire da una sospensione di questa escalation dei tempi di ricollocamento potrà permettere un dibattito serio, non strumentale, non viziato dalle suggestioni del periodo elettorale, sul tema dei simboli e del loro valore nell’ambito della memoria che unifichi e non divida le anime della comunità cittadina e provinciale”. Per questo motivo, le associazioni Anpi e Fiamme Verdi chiedono che la procedura sia interrotta e che siano promossi dibattiti, convegni, occasioni di incontro e di ascolto delle diverse sensibilità della città in materia, per giungere ad una soluzione condivisa e rispettosa di tutti gli attori in campo. “Associazioni partigiane, istituzioni culturali, associazioni, sindacati, partiti politici, movimenti, singoli cittadini e cittadine devono poter dialogare con gli amministratori senza la spada di Damocle del cronoprogramma dei lavori che scandirebbe da un lato un’ineluttabile volontà di "andare avanti a qualunque costo” – spiega il presidente di anpi Giulio Ghidotti – e dall’altro costringerebbe, qualora mutassero gli assetti politici responsabili dell’amministrazione della città, a ulteriori spese per modificare le determinazioni della presente amministrazione, che non risultano condivise né condivisibili da un ampio raggio di opinione politica e amministrativa”.

Ma non è tutto. Anpi ha recuperato anche due delibere comunali, datate rispettivamente settembre e dicembre 1945, che prescrivevano da una parte lo spostamento del Bigio “in quanto invocato dall’intera città”, e dall’altra la collocazione al suo posto di un obelisco marmoreo su cui incidere i nomi dei caduti nell’era fascista. “Mentre la prima ha trovato immediata esecuzione, la seconda non è mai stata adempiuta, così come la Loggia non ha mai emanato un atto per giustificare il motivo del ritorno del Bigio in piazza Vittoria”, ha concluso Ghidotti.

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Redazione BsNews.it

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