Cinghiali nell’Alto Garda, la Lega contro la Comunità montana. Rolfi: vanno lasciati dove sono

Nei giorni scorsi il presidente della Comunità montana che gestisce il Parco Alto Garda ha spiegato i dettagli della delibera con cui l’ente chiede formalmente a Regione Lombardia un intervento affinché il territorio venga dichiarato non idoneo alla presenza di cinghiali. Per ribadire la contrarietà della Lega Nord a questa proposta è intervenuto il Segretario provinciale del Carroccio, il neo consigliere regionale Fabio Rolfi.

“Trovo totalmente sbagliata, e francamente anche controproducente, la delibera presentata dal presidente della Comunità montana del Parco Alto Garda, Davide Pace. – spiega Fabio Rolfi – Credo che i problemi vadano affrontati in maniera ponderata, soppesando ogni singola scelta anche in base alle possibili conseguenze. Dichiarare il territorio del Parco Alto Garda come non idoneo alla presenza dei cinghiali, significherebbe penalizzare in maniera del tutto sproporzionata i cacciatori e l’attività venatoria. La non idoneità del territorio non consentirebbe inoltre il prelievo del cinghiale col sistema della braccata che ad oggi (e come asseriscono vari studi in merito) è l’unico sistema in grado di garantire consistenti prelievi del suide. Se analizziamo il dato relativo agli abbattimenti del 2012 in Alto Garda, vediamo che su 450 animali prelevati, più di 400 sono stata abbattuti col sistema della braccata e se facciamo una stima anche in difetto, togliendo questa forma di caccia solo quest’anno, calcolando anche un valore riproduttivo molto basso ci saremmo ritrovati sul territorio 1200 animali in più con conseguenze che anche per il mondo agricolo non oso immaginare. Il numero eccessivo di cinghiali in quella zona è un problema che va invece risolto incoraggiando le operazioni di contenimento, valorizzando così la caccia e tutto il suo indotto e cominciando ad immaginare un percorso legislativo che possa valorizzare la produzione di carne di cinghiale dell’alto Garda. Non si risolve un problema causandone un altro e la totale contrarietà raccolta dal presidente Pace tra le associazioni venatorie e le amministrazioni locali dimostrano quanto questa non è la via da percorrere. “

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Redazione BsNews.it

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