Con una nota il consigliere del Pd Claudio Bragaglio tira le somme delle ultime elezioni e torna alla carica della Loggia rilanciando la proposta di primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

dal voto emergono dati incoraggianti per le elezioni in Loggia, sia per il PD che per l’ampia coalizione che si è riconosciuta in Ambrosoli. Ma v’è pure la consapevolezza che non vi siano automatismi. Considerando, oltretutto, l’eventuale contraccolpo di vicende nazionali, con un governo simil-tecnico. O regionali, con Maroni percepito come un reale cambiamento e non come una finzione postformigoniana.

Il modello di Ambrosoli rappresenta sicuramente l’ineludibile riferimento per un PD aggregativo d’una ampia coalizione. Sapendo altresì che Ambrosoli ha pure rappresentato il vantaggio d’una candidatura civica e d’una forte evocazione “morale”.

In secondo luogo si pone a Brescia il problema d’un processo partecipativo della città, quindi delle “primarie”, intese non già come una burocratica definizione di rapporti interni alla coalizione, ma come occasione – da troppo tempo rinviata od aggirata – per un confronto non autistico in città tra programmi e candidati. Anche al fine di promuovere la legittimazione di scelte, con modalità non solo partitiche, analoghe a quelle già soccombenti nel 2008.

Il PD nel giugno dello scorso anno ha votato unanimemente per primarie ed ampia coalizione. Sono convinto che, sulla base di quelle scelte, non si potrà che ritrovare anche sul candidato un’analoga convergenza ed unità. Privarsi d’un simile percorso partecipativo mi sembrerebbe un errore. Oltretutto, incomprensibili i vantaggi che deriverebbero da un simile segnale di timore e di chiusura alla città. A maggior ragione potendo confidare anche nell’unità del PD.

Chi oppone alle primarie obiezioni riferite ieri alla loro rischiosità, oggi alla loro inutilità, non si misura, a mio parere, con il dato politico rappresentato dalla necessità di legittimare candidatura e programma con modalità che non siano esclusivamente partitiche. Quasi a non voler cogliere il clima allarmante, in una fase di acuta crisi di rappresentatività espressa anche dal voto a Grillo.

Percorsi decisionali interni solo ai partiti – alla “casta”! – inducono passività e rassegnazione che già stanno investendo soprattutto l’area elettorale più esposta alla crisi sociale e sensibile alla “rivolta morale”. Atteggiamenti che possono tradursi in un rigetto generalizzato, in una protesta destinata a penalizzare soprattutto il centro sinistra.

In uno schema bipolare si può pensare che lo scontro si giochi tutto al centro e che il voto del malcontento arrivi al centro sinistra, più o meno convinto, al secondo turno. Ma in uno schema tripolarizzato, e con un soggetto politico come Grillo in campo, le cose non stanno così.

Se non c’è una linea del cambiamento (partecipazione dei cittadini e programmi), la speranza d’un governo alternativo, la città vota per inerzia. E per inerzia sappiamo già come e chi voterà.

Se l’immagine che arriva all’elettore rinvia a ciò che unifica e non a ciò differenzia i due candidati in campo, se il “partito del Metrò” di questi giorni si sovrappone alle rilevanti diversità, messe in campo nel corso dell’intera consigliatura in Loggia, anche in quel caso vi sarà il voto per inerzia. E chi non si riconoscerà in quello schema rassegnato ed omologato guarderà altrove. A Grillo, appunto.

Le primarie, giocate ormai sul filo dell’ultimo momento, possono offrire l’occasione di segnare discontinuità e cambiamento, anche nel modo stesso di far politica. C’è quindi un motivo in più, per promuoverle come grande fatto di partecipazione civica, non già come un adempimento burocratico, privo di convinzioni.

Ciò che più temo, considerata la concreta situazione di Brescia, è l’offuscamento del cambiamento, da cui possa derivare o un rassegnato disimpegno o un’idea di opposizione da dover ricostruire, ma su un terreno del tutto diverso rispetto a quello già conosciuto. Semplicemente abbandonando a loro stessi gli attuali competitori in campo. Nell’indifferenza, persino, dell’esito.

Con l’amara sorpresa in Loggia d’un “grillismo di opposizione” in città, fatto di ambientalismo, socialità e di rivolta morale, addirittura superiore a quello registrato con le elezioni regionali. E con tutte le conseguenze negative del caso.

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Redazione BsNews.it
Tags: primarie

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