(a.c.) Se Brescia non lo vuole, l’impianto sperimentale di trattamento delle ceneri dell’inceneritore si farà a Milano. Questo, in sostanza, ciò che Paolo Rossetti, direttore generale dell’area Tecnico operativa di A2A, ha riferito ieri durante la Commissione Ambiente, riunitasi anche per ascoltare il portavoce del comitato spontaneo «Lamarmora per l’ambiente» che ha raccolto 580 firme contro il progetto.
L’impianto, un piccolo macchinario che occuperebbe una superficie di circa 200 metri quadrati, inizialmente era stato previsto per un sito a Buffalora, dopo è stato spostato, virtualmente, all’interno del perimetro del termoutilizzatore. In un caso o nell’altro l’idea ha raccolto la netta opposizione di comitati ambientalisti e residenti, da qui l’idea (provocazione?) di Rossetti di portarlo a Milano.
Di cosa si tratta? In concreto sarebbe un piccolo impianto sperimentale che resterebbe attivo un anno, nel quale i tecnici incaricati studierebbero ed analizzerebbero se è percorribile la strada di trattare con la finalità di un riutilizzo le ceneri prodotte dal termovalorizzatore. 40mila tonnellate annue che oggi, ricordiamolo, finiscono in Germania. L’impianto tratterebbe solo una tonnellata di cenere al giorno, che consentirebbe a tecnici e enti preposti (Arpa, Asl etc.) di capire la fattibilità ambientale, e ai tecnici di A2A l’economicità del progetto.
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