L’esordio potrebbe non apparire come uno dei peggiori dell’ultimo biennio, il problema è che quando si parla di vittime sul lavoro e soprattutto quando si iniziano a contare fin dall’inizio dell’anno non è, né sarà mai un risultato positivo”. A gennaio sono state 21 le vittime del lavoro in Italia secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, un bilancio che nelle parole del suo Presidente, l’ingegner Mauro Rossato, “rimane drammatico, nonostante il decremento del 36,4 per cento rispetto a quelle rilevate nel gennaio del 2012 (erano 33)”. 50 le vittime a gennaio del 2011 e 25 nel 2010. “Ma – spiegano gli esperti dell’Osservatorio Vega Engineering– la variazione pur consolatoria è probabilmente – e purtroppo – influenzata da una diminuzione dei livelli di occupazione”. Ed in effetti secondo i dati Istat a fine dicembre 2012 il tasso di disoccupazione si attestava all’11,2%, contro il 9,4% rilevato a fine del 2011.
Tant’è l’emergenza continua anche in gennaio con una media tragica di quattro infortuni mortali alla settimana, così come persistono i confini di un dramma in cui la regione maggiormente coinvolta è sempre la Lombardia, con 6 incidenti mortali, seguita dalla Calabria (3) e da Liguria, Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto (2).Una vittima del lavoro registrata anche in Sardegna e nelle Marche. Diversa invece la fotografia della tragedia sulla base delle incidenze della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa e dove a condurre le fila in questo primo mese del 2013 si trova la Calabria (con un indice di incidenza pari a 5,2 contro una media nazionale di 0,9. Guardando alle classifiche provinciali è Brescia ad emergere con il dato peggiore di tutto il Paese con 3 morti bianche seguita da Reggio Calabria (2). Una vittima è stata poi registrata nelle province di: La Spezia, Lodi, Belluno, Piacenza, Macerata, Messina, Cagliari, Cosenza, Reggio Emilia, Como, Cuneo, Palermo, Genova, Varese, Verona e Torino. Analizzando il panorama provinciale delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa, la maglia nera spetta a Reggio Calabria (13,1).
Anche nel primo mese del 2013 l’agricoltura risulta essere il luogo maggiormente votato alla tragedia con il 33,3 per cento delle vittime; mentre nel settore delle costruzioni è deceduto il 23,8 per cento dei lavoratori. Vittime anche nel settore dei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni così come nel commercio e nelle attività artigianali e nel settore autoveicoli. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 3 pari al 14,3 per cento del totale. La fascia d’età più colpita è sempre quella in cui l’esperienza dovrebbe insegnare a non esporsi al rischio (tra i 55 e i 64 anni), mentre l’indice di incidenza più elevato è quello che riguarda gli ultrasessantacinquenni.
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