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Rolfi contro il Pd: case popolari solo a chi vive qui da almeno dieci anni

Fabio Rolfi, vicesindaco di Brescia e candidato della Lega Nord alle elezioni regionali, interviene in merito alla mozione sugli sfratti presentata dalle opposizioni a Palazzo Loggia. 

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

“Le critiche al requisito minimo di 5 anni di residenza in Lombardia per l’accesso alle case ALER, espresse nell’ambito della mozione sugli sfratti presentata in Loggia dall’opposizione, dimostrano, casomai ce ne fosse ancora bisogno, – spiega Fabio Rolfi – quale sia il vero interesse dei partiti della sinistra: favorire gli immigrati in tutto e per tutto, naturalmente a scapito dei bresciani. Alle loro rimostranze rispondo che il principio di residenzialità minima andrebbe alzato e portato a 10 anni. Inoltre è mia intenzione, se verrò eletto in Regione, fare tutto il possibile per potenziare questo requisito ed estenderlo a tutta la sfera dei servizi erogati, trovando il giusto bilanciamento con il principio di universalità. Non si tratta affatto di razzismo o discriminazione, è pura e semplice equità nei confronti di chi merita più di altri l’aiuto del welfare, a fronte di risorse che purtroppo non sono infinite. Nel caso specifico delle case popolari ad esempio, gli attuali parametri regionali favoriscono inevitabilmente gli stranieri e come sempre si finisce per dimenticare chi ne paga le vere conseguenze. Parlo in primo luogo degli anziani, che magari si sono svenati per una vita intera pagando tasse salatissime e adesso, a causa della crisi, si trovano costretti a tirare la cinghia, scavalcati in graduatoria dall’ultimo arrivato. In secondo luogo ci sono le nostre giovani coppie da aiutare; persone che hanno come unica colpa quella di far meno figli rispetto agli stranieri, scelta non voluta ma imposta dalla ragionevolezza di non voler mettere al mondo figli se non si è in grado di mantenerli. La Lega in Regione si è battuta per i 5 anni di residenza minima, oggi però questo parametro non è più sufficiente ed è necessario spostare il paletto più in là. Ai talebani del buonismo a tutti i costi, che nel loro cinismo son più interessati ad un “mercato elettorale” nascente piuttosto che alla tutela della nostra gente, questo discorso sicuramente non piace – conclude Fabio Rolfi – ma se ne devono fare una ragione: come Lega Nord non siamo disposti a cedere di un millimetro.”

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Redazione BsNews.it

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