Le accuse di Legambiente: il ritardo sul metrò? Colpa della Loggia che non ha l’assicurazione. Il sindaco nega
(a.c.) Il sindaco di Brescia riguardo alle tempistiche di attivazione della metropolitana avrebbe mentito. La pesante accusa al primo cittadino arriva dal resposabile regionale dei trasporti di Legambiente, Dario Balotta. Paroli non ci sta, e rimanda al mittente le accuse.
Secondo l’esponente di Legambiente, il cui intervento è riportato stamane sulle colonne di Bresciaoggi, l’attesa dei permessi ministeriali da Roma è solo una scusa utilizzata da Paroli: «a novembre Brescia Infrastrutture, la proprietà comunale della rete metropolitana, non aveva neppure in mano l’assicurazione degli impianti. È notizia di pochi giorni fa che il bando scadeva il 14 dicembre e che la gara è andata deserta. Ecco allora che il Sindaco Pinocchio racconta la bugia della commissione ministeriale. I tecnici del ministero invece ci dicono che si sono attenuti ai tempi dettati dai bresciani. Se tutto fosse andato liscio chi spiegava ai cittadini che il rinvio era dovuto alla mancanza dell’assicurazione?». E poi ancora: «se il Comune ha fatto una gara per l’assicurazione del Metrobus non adeguata e in ritardo, non si è dimenticato però di acquisire il 49 per cento di una società di trasporti mantovana, l’Apam, conosciuta come carrozzone pubblico della Bassa, il tutto per 1 milione e 364 mila euro. Risorse invece indispensabili per il funzionamento del Metrobus indebitato per 384 milioni di capitale e 366 milioni di interessi».
Pronta la risposta del primo cittadino, sempre dalle colonne di Bresciaoggi: «C’è stata la marcia in bianco e bisognava avere l’autorizzazione al pre-esercizio. L’abbiamo chiesta di venerdì e ottenuta il martedì dopo, mentre a Milano sono passati mesi. Non so di cosa parli questo signore. Legambiente di Brescia si sta screditando a corrente politica. Pensavo avesse raggiunto il massimo quando pur di criticarci smentiva le sue indagini nazionali che ci danno in miglioramento su qualità della vita e sostenibilità della città, ma non è così. Si cerca il bersaglio politico, altrimenti si sarebbero chiamate in causa le società competenti».