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Carmine, il candidato sindaco Onofri: “Sì alla movida e sì alla quiete”

Anche Francesco Onofri affronta la questione della Movida del Carmine. Sceglie la convivenza e il dialogo, contro quella "politica degli slogan urlati e delle campagne elettorali fondate sull’emozione”. Sostiene che il Comune debba giocare un ruolo fondamentale nella mediazione degli interessi e nella costruzione di una convivenza civile.

IL COMUNICATO INTEGRALE DI ONOFRI

"Non facciamoci abbindolare, cari lettori ed elettori. Anche per la movida bresciana il rischio è quello del muro contro muro: giovani contro vecchi, città viva contro città morta, divertimento contro monotonia.

E perché mai, invece, non possono convivere la quiete pubblica con la movida – che peraltro vuol dire anche quartieri più vissuti e più sicuri – dandole dei limiti e rendendola tollerabile? L’impressione è che i politici del Comune siano schiavi del meccanismo bianco/nero e soprattutto abbiano paura dei “numeri” che stanno dietro, visto anche che siamo in campagna elettorale. I protagonisti della movida sono migliaia, per lo più giovani, e fanno guadagnare i locali e i ristoranti, mentre i residenti che non dormono sono solo qualche decina. E allora chisseneimporta di loro.

Non funziona così. Funziona che la città è come un grande condominio, con regole di convivenza da rispettare, con luoghi certamente più adatti di altri per fare tardi la notte. Se uno vuole il silenzio assoluto vada a vivere in campagna. Io vivo al Carmine, il problema movida mi coinvolge molto meno di altri, ma qualche disturbo notturno è normale che lo debba sopportare.

Ma la distinzione tra il giorno e la notte vale sempre. Chi vive nella zona dei locali ad una certa ora ha diritto di dormire e nei giorni feriali la mattina si deve andare a lavorare o a studiare. Chi si  alza a mezzogiorno non può dettare l’agenda alla città che lavora.

E allora il Comune rispetti e faccia rispettare la legge (secondo cui la notte dal punto di vista dell’inquinamento acustico comincia alle 22.00 e finisce alle 7.00) e gli orari di chiusura dei locali (23.30 nei giorni feriali e 1.30 il venerdì e il sabato), promuovendo politiche di responsabilizzazione degli esercenti. I quali si devono rendere conto che la loro fortuna di oggi deve poter durare nel tempo, perché le guerre legali li vedranno perdenti. Alla fine il problema della movida rivela un doppio limite di chi fa politica male: sia quello di chi ha paura di perdere consenso e se ne infischia della legge, se applicarla glielo fa diminuire; sia quello di una politica che non fa da mediatrice e che non si sforza di costruire soluzioni responsabili e così non risponde nemmeno alle lettere di cittadini normali, come il fratello del sindaco Paroli, che non mi sembra né un intollerante, né persona alla ricerca di protagonismi.

Dunque sì alla movida e sì alla quiete, nel rispetto della legge. E sì alla politica, pur faticosa, della costruzione di relazioni e di convivenze civili".

Francesco Onofri

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Redazione BsNews.it

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