Terremoto in casa Pd: trionfano il tandem Cominelli-Corsini e Bazoli. E si riapre la questione dei cattolici

di Andrea Tortelli (andrea.tortelli@edizioni12.it) – Non è la rivoluzione. Perché tra i vincitori c’è – e con un risultato importante – anche uno degli esponenti più noti della vecchia guardia: l’ex sindaco della città Paolo Corsini. Ma le parlamentarie del Pd bresciano, di certo, hanno segnato un punto di non ritorno nella vita interna del partito. A trionfare – forte anche del meccanismo che prevedeva la preferenza di genere – è stata infatti la 31enne Miriam Cominelli, che con 6.431 preferenze (14.591 i votanti) ha prenotato un posto certo per Roma. Mentre il secondo, Corsini, si è fermato a quota 4.615: 2mila voti di scarto che testimoniano come sia stata la prima a trainare l’ex diessino nell’accoppiata elettorale, non – come forse ci si sarebbe potuto attendere – l’inverso. Una rivoluzione generazionale? Un moto di genere? Oppure semplicemente una magistrale operazione politica? Il dato di fatto è che comunque, da questo passaggio elettorale, il Cipec (l’ala sinistra ex diessina del Pd) esce notevolmente rafforzato, anche in città, portando in Parlamento i suoi due esponenti statutariamente più rappresentativi.

Diverso, e più articolato, il quadro dei cattolici. La terza piazza del podio (con tanto di biglietto omaggio per Roma) è andata infatti all’outsider del match, il consigliere comunale Alfredo Bazoli. L’avvocato renziano – le cui scelte vanno da tempo nella direzione del superamento di un cattolicesimo "di bandiera" nel partito – ha conquistato 4.218 preferenze, che valgono uno scatto significativo, e forse decisivo, nella sua carriera politica. Mentre la sua “fidanzata elettorale” ne ha portate a casa 3.967. E, a seconda del risultato del partito alle politiche, si giocherà la possibilità di essere eletta alla Camera dei deputati. Ma anche qui la vera sorpresa è un’altra. L’accoppiata ha sbaragliato quella, sulla carta ben più forte, formata dal senatore uscente Guido Galperti e Giovanna Benini. Quest’ultima, infatti, ha ottenuto 3.147 voti. Pochi. Ma comunque molti di più di Galperti, autorevole guida – con Gianantonio Girelli – della componente cattolica maggioritaria nel Pd. Il senatore, infatti, è arrivato ultimo con 2.059 voti, superato perfino dal sindaco di Saviore Alberto Tosa (3.080 voti). E il risultato – che certo non si può spiegare solo con i nomi e le mozioni in campo – non sarà facile da gestire. Perché pone il problema della “titolarità” della rappresentanza dei cattolici nel Partito democratico bresciano.

Ad oggi, infatti, i fronti in campo – ragionando in maniera trasversale rispetto alle mozioni congressuali – sono a tutti gli effetti tre, quelli rappresentanti dal tandem Girelli-Galperti (sempre che la coppia regga all’urto del voto di sabato), da Emilio Del Bono (molto radicato in città) e, da stanotte, da Bazoli. Fronti che potrebbero avere tutti una rappresentanza istituzionale importante, in caso di vittoria di Emilio Del Bono in città e – come probabile – di elezione di Girelli in Regione. Ma comunque rimarrebbe da collocare la casella (non piccola) di Galperti. E rimane una questione di fondo. Questo risultato determinerà dei riposizionamenti significativi e nuove alleanze nell’area cattolica del Pd? Oppure – nel nome della trasversalità e forse anche delle rivalità anche personali – l’esperienza post democristiana nel partito si balcanizzerà ulteriormente? Per la risposta non c’è molto tempo.

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Redazione BsNews.it

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