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Il bilancio di Molgora: conti in ordine, faremo di tutto per garantire la sicurezza dei bresciani

“La giunta è ancora qui”. Così ha esordito il presidente della Provincia Daniele Molgora – accompagnato nell’occasione dall’intera squadra di governo – durante la tradizionale conferenza stampa per i saluti di fine anno. Un atto d’orgoglio e di soddisfazione per il venir meno, a causa della caduta del governo Monti, del decreto che avrebbe dovuto rimettere ordine alle Province riducendone sensibilmente il numero e le competenze. “Questo”, ha aggiunto, “è stato forse l’atto più difficile per l’ente, anche per colpa di un’ondata mediatica che ingiustamente sembrava attribuire a noi tutti i problemi dello Stato, dimenticando anche che l’attribuzione delle competenze delle Province a Comuni e Regioni avrebbe determinato sconquassi”.

Quindi Molgora ha fatto il bilancio dei suoi anni alla guida del Broletto. “Dal 2008”, ha evidenziato, “la spesa corrente è passata da 181 a 136 milioni, a fronte di tagli pesantissimi: 43 milioni, tra riduzioni e blocchi relativi al patto di stabilità sul 2012, che diventeranno 73 nel 2013”. Ancora, il presidente ha ricordato come le spese di rappresentanza siano passati da 151mila euro a 3mila e le spese per il personale da 37,2 milioni a 31,8, mentre gli incarichi esterni si sono ridotti di cinque volte e le spese per gli automezzi sono calate del 60 per cento (contando l’aumento del prezzo della benzina). Il tutto mentre il debito dell’ente è sceso sotto quota 450 milioni (38 in meno solo quest’anno).

Per quanto riguarda il futuro, Molgora ha indicato la priorità (“faremo queste cose indipendentemente da tutto, l’obiettivo è salvaguardare la nostra gente: poi vedremo se saremo o meno in grado di rispettare il patto di stabilità”) negli interventi per la sicurezza: frane, protezione civile, scuole, immobili e strade. Citando i lavori a Sonico (“se a luglio non avessimo fatto nulla forse oggi saremmo qui a contare i morti”) e i 10 milioni spesi per la viabilità provinciale, a cui si aggiungono i 18 già programmati. “Siamo anche stati parte attiva in opere promosse da altri enti”, ha ricordato, “come la cosiddetta Corda molle e la variante di Certo-Berzo. L’unica nota dolente su questo fronte riguarda la strada della Valsabbia: nonostante le sollecitazioni e gli incontri dell’estate la Provincia di Trento, che aveva promesso 38 milioni di euro, non si è più mossa”. Mentre per quanto riguarda l’autostrada della Valtrompia (come sottolineato dall’assessore Mariateresa Vivaldini) “il progetto non è affatto arenato: all’inizio del 2013 potrebbe anche arrivare l’aggiudicazione definitiva”. Seconda priorità indicata dal presidente del Broletto il lavoro. “Nel corso dell’anno abbiamo avviato alla professione circa 300 persone”, ha sottolineato con orgoglio, “ben 1200 da inizio mandato, senza considerare il centinaio di posti dei tirocinanti degli uffici giudiziari”.

Molgora, quindi, ha ricordato alcune delle cose fatte negli ultimi anni: la banda larga (“che raggiungerà alcune zone fino a oggi sprovviste di connessione veloce”, gli Iat, l’avvio del percorso per il depuratore del Garda (“costerà almeno 120 milioni, ma la realizzazione del progetto permetterà di accedere a bandi europei”), gli interventi sulla rete bibliotecaria bresciana e “la chicca della reimmissione del Carpione nel Benaco, un risultato mondiale che nemmeno Trento, nonostante le risorse che ha a disposizione, è mai riuscita a fare”.

Infine, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, il presidente del Broletto ha ricordato che il cosiddetto sfratto della Prefettura è un atto finalizzato alla rinegoziazione delle condizioni d’affitto, perché la presenza del distaccamento costa oggi alle casse dell’ente (che, per carenza di spazi, deve affittare altri immobili) ben 200mila euro all’anno. Mentre sull’aeroporto di Montichiari ha ribadito che “l’ipotesi di una gara europea non esiste e non vorrei che qualcuno la citasse ancora per svicolare dagli impegni presi”.

Un ultimo accenno sul caso del vicepresidente Giuseppe Romele (indagato nell’ambito di un’inchiesta sul finanziamento illecito dei partiti): “Ribadisco che il mio nome e quello di Romele sono il frutto di un accordo politico tra partiti, sono loro a dovermi dire se è cambiato qualcosa. E fino ad oggi non mi è arrivata alcuna richiesta”.

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Redazione BsNews.it

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