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Corsini, Del Bono e Castelletti: la metro è democratica, la destra non l’ha mai voluta

"La metropolitana leggera può cambiare per sempre il  volto  di  Brescia,  ridisegnandone  la  mobilità  e influenzando lo stile di vita dei cittadini. Ma perché questa  infrastruttura  diventi  un’opportunità  per  la città bisogna fare scelte politiche precise", così Emilio del Bono introduce le proposte emerse dal convegno   “Il  metrò  è  democratico.1988/2013-Protagonisti  e  prospettive  del  mezzo pubblico a Brescia” a cui hanno partecipato, oltre al candidato sindaco del Pd, Monica Frassoni (Verdi  Europei)  e  Laura  Castelletti  (Brescia  per passione),  introdotti  da  Pompeo  Anelli  (assessore Lavori pubblici durante la giunta  Martinazzoli), Paolo Corsini (ex sindaco di Brescia e deputato Pd) e Luca Imberti  (presidente  Istituto  nazionale  urbanistica Lombardia), mentre il ruolo di moderatore è stato affidato a Luciano  Lussignoli, responsabile Gruppo di Lavoro Urbanistica del Partito Democratico.

Durante  la  discussione,  svoltasi  questa  mattina all’hotel Ambasciatori di via Crocefissa di Rosa, a Brescia, è stato ribadito il concetto che il metrobus deve la sua nascita al centro sinistra e quindi si può definire un mezzo democratico. “La metro è una grande opportunità per Brescia”, ha spiegato  Lussignoli,  "purché  venga  affrontata  in modo moderno ed europeo". "Una cosa che la giunta Paroli non ha mai fatto, anche perché il progetto non è mai stato gradito al centro destra" ha ricordato Anelli. Ma  lo  ha ribadito soprattutto l’ex sindaco Paolo Corsini che si è "tolto qualche sassolino dalla scarpa”, ricordando di "non essere stato mai invitato a un’inaugurazione delle stazioni da Paroli, un fatto strano, visto che il progetto viene dalla mia giunta e dal centrosinistra".

"I  Verdi",  ha  ammesso  l’europarlamentare Frassoni,  “non pensavano  certo che questa fosse l’unica via per garantire  un  futuro  radioso  alla  città  e  lo  hanno dimostrato opponendosi al progetto e promuovendo un referendum”. La battaglia, però, è stata persa e la  sfida  ora  è  fare  in  modo  che  la  metropolitana funzioni. In questo una mano inaspettata arriva dalla crisi economica: “Perché i cittadini che usano i mezzi pubblici sono sempre di più”, ha raccontato Castelletti, sicura che la città vada pensata “intorno alla persone che si muovono” e che nel futuro Brescia si debba trasformare in una smart city in cui la tecnologia “è al servizio del benessere di chi ci vive”.

Anche  per  Emilio  Del  Bono  “Brescia  e  l’hinterland devono fare un salto di qualità nel modo di muoversi e quindi di vivere”. La  priorità,  però,  è  pensare  un’integrazione  del sistema di trasporto pubblico, che intersechi metrobus, autobus, ferrovia e mobilità dolce. "Una direzione che la giunta Paroli non ha imboccato, preferendo tagliare sui parcheggi scambiatori che dovevano offrire 5mila posti auto e invece ne avranno 1.400". Secondo Del Bono, poi, la scusa dei costi non regge: "L’opera  costerà  solo  40  milioni  in  più  di  quanto preventivato,  il  che  dimostra  l’impegno  profuso  dal centrosinistra  nell’evitare  che  si  lucrasse  intorno  a un’opera  pubblica”.  Inoltre  per  recuperare  quanto manca  ci  sono  diverse  strade,  “per  esempio  la ricontrattazione del corrispettivo chilometro-ferro, che porterebbe nelle casse cittadine 10milioni in più. Bergamo – ha concluso Del Bono – ha ottenuto cinque euro a chilometro per la tranvia, opera decisamente di minore impatto rispetto alla metropolitana, perché noi nulla?  Formigoni,  che  è  tanto  amico  di  Paroli,  ha sostenuto poco la città".

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Redazione BsNews.it

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