La maglia come seconda pelle. Una rarità, ma non per Brescia
di Bruno Forza – “Un giorno ce la farò. Indosserò quella maglia, porterò il Brescia in serie A e ne sarò perfino il capitano. Avrò V bianca sul petto e i tacchetti infilzati sul prato del Rigamonti, che non sarà il Meazza o l’Olimpico, ma è pur sempre il tempio del calcio della mia città”. Centinaia di bambini hanno visioni del genere e vivono sospesi a mezz’aria tra la magia dei loro desideri e la concretezza di genitori e allenatori, devoti al ritornello morandiano “Uno su mille ce la fa”.
Marco Zambelli ce l’ha fatta, e il suo sogno biancoblù rischia di trasformarsi da bella storia a una di quelle favole speciali, uniche, iniziata con passione sui campetti di Gavardo e finita in un ipotetico scenario futuro con le lacrime agli occhi e le braccia alzate sotto la curva Nord. In settimana il numero 15 ha rinnovato il contratto che lo lega alla Leonessa fino al 2017. All’orizzonte, dunque, c’è la possibilità di un matrimonio a vita, ammesso e non concesso che Corioni decida di blindare il suo capitano fino alla naturale scadenza del contratto.
Di questi tempi unioni di questo genere sono rarissime. Sui palcoscenici nazionali di maggior prestigio le ultime bandiere rimaste sono Ambrosini al Milan, Zanetti all’Inter e Conti al Cagliari, mentre Marchisio lo diventerà alla Juventus, dove Del Piero ha lasciato un vuoto enorme che nessuna replica delle gare del campionato australiano può colmare.
Gli unici curricula monocromatici (come nel caso di Zambelli) sono quelli di Bellini dell’Atalanta e Totti della Roma, dove in questi giorni tiene banco il possibile addio del suo naturale erede: Daniele De Rossi, il cui futuro tiene in apprensione l’intero popolo giallorosso. Sì, perché nell’era dei contratti milionari e delle squadre cambiate dai calciatori come le borsette dalle donne, i tifosi restano inguaribili romantici e sperano ancora che le maglie possano diventare seconde pelli. Che De Rossi resti in zona Colosseo, dunque, e che Zambelli continui a galoppare sulla fascia destra all’ombra del Cidneo finché avrà le forze per farlo, perché ci sono favole uniche anche nei posti in cui di Scudetti e Champions League non si vede nemmeno l’ombra.