di Andrea Tortelli* – “Figlio di Amilcare, avvocato, fondatore di Forza Italia, assessore”. Il curriculum inviato in occasione della nomina a vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di A2A, lo scorso giugno, ha scandalizzato qualcuno per un “eccesso” di famiglia e politica. Ma – ribatte lui – “la Sorveglianza è un organismo di controllo e di indirizzo: trovo normale che il Comune di Brescia abbia voluto indicare una persona di fiducia invece che un manager”. E di certo Fausto Di Mezza – che proprio in queste ore festeggerà i 41 anni con la moglie e le due figliolette – è una delle persone più fidate di Adriano Paroli. A soli 22 anni, nel 1994, ha fondato il primo club azzurro bresciano. Ricoprendo i ruoli di consigliere, capogruppo, segretario cittadino fino al 2008 e, quindi, di assessore al Bilancio. “Abbiamo salvato la metro e messo in ordine i conti del Comune passando dalla competenza alla cassa”, sottolinea con orgoglio ripercorrendo gli ultimi mesi in Loggia. Ma ora la sua missione è quella di fare ordine nell’ex municipalizzata di famiglia.

Per A2A la priorità devono essere i dividendi, l’indotto bresciano o il taglio del debito?
La vera priorità è aumentare il valore dell’azienda sul mercato. E’ chiaro che i dividendi sono un’entrata indispensabile per la Loggia e che senza di questi non si potrebbe nemmeno pensare di erogare determinati servizi. Ma, nel momento in cui le normative spingono sempre più il pubblico fuori dalle società di servizi, anche il valore del titolo diventa un fattore importante e non più relativo come in passato.

Oggi l’azienda ha un nuovo governo. Ma molti cittadini la sentono più lontana che mai…
Con la fusione è nata una mega holding da 6 miliardi di euro di fatturato. Non si può confondere A2A con la vecchia Asm. Penso comunque che la nascita di un comitato del territorio affidato al bresciano Enrico Mattinzoli possa essere un momento importante di incontro tra l’azienda e il suo territorio d’origine.

Uno dei temi che una grande azienda come la vostra deve affrontare è quello di abbattere il costo dell’energia, che pesa non poco sulla competitività delle imprese. Non più solo il nucleare suscita polemiche, oggi si attaccano anche i rigassificatori, le centrali termoelettriche e addirittura lo stoccaggio del metano. Bisogna procedere lungo queste direttrici anche al prezzo dell’impopolarità?
L’energia in Italia costa circa il 30 per cento di più che all’estero. E ciò, a mio avviso, è soprattutto la conseguenza della scelta, giusta o sbagliata che sia, di rinunciare al nucleare. Questa è senza dubbio una delle questioni da affrontare. E dobbiamo scegliere in maniera lucida, evitando che si diffondano paure ingiustificate o che prevalga la logica del Nimby (l’acronimo sta per “Not in my back yard”, “Non nel mio cortile”, ndr). Un metodo da applicare sempre. A2A, ad esempio, vuole realizzare in città un centro per la ricerca sullo smaltimento delle ceneri del termovalorizzatore. Le emissioni sarebbero pari a zero, ma purtroppo qualcuno sta fomentando la paura della gente.

Allarghiamo il campo e parliamo di politica. Che ne pensa di Renzi?
E’ la più grande innovazione politica presente oggi in Italia. E condivido ciò che dice: la politica tradizionale merita di essere rottamata.

Anche lei si sente un rottamatore quindi?
Direi di sì.

Chi può essere il Renzi del Pdl?
Mi piace il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, il leader di Formattiamo il Pdl.

Lei ha fatto parte della sua corrente: di Franco Nicoli Cristiani che dice?
Un grande politico che ha sbagliato, se le accuse troveranno riscontro.

Passiamo alla Loggia. Come andrà a finire nel 2013?
Paroli vincerà, con un’alleanza spero allargata rispetto alla scorsa tornata. Penso ad esempio alla Castelletti, che di certo troverebbe molto più spazio per le sue proposte da noi che nel centrosinistra.

Temi concreti. Commercio, edilizia, imprese: come può il Comune far fronte alla crisi?
Per i commercianti abbiamo fatto molto, rivitalizzando un centro storico abbandonato a se stesso da anni. Su altri temi la Loggia ha pochissime possibilità d’azione. Ma il Comune deve comunque cercare di farsi carico del problema delle imprese mettendo in campo iniziative per sostenerle e agevolarle sul versante infrastrutturale. Per quanto riguarda l’edilizia, invece, una soluzione potrebbe essere quella di riduzioni dell’Imu sull’invenduto. L’intervento, però, sarebbe da finanziare con finanze proprie e i conti oggi non lo permettono.

La sua famiglia opera nell’immobiliare, un settore decisivo per la ripresa. Com’è la situazione?
Nonostante gli affitti siano spesso a canone sociale, sono aumentate in maniera significativa le morosità. Inoltre sta diventando sempre più difficile eseguire gli sfratti e questo chiaramente fa perdere valore agli investimenti immobiliari. Il mercato è fermo sia sul fronte delle transazioni, con un esubero di invenduto, sia sul fronte degli affitti. Un quadro disastroso, che blocca anche i possibili investimenti dei grossi fondi.

La situazione non è incoraggiante. Se sua figlia avesse 18 anni le suggerirebbe di “fuggire” all’estero?
Di sicuro la manderei fuori dall’Italia a studiare, magari negli Stati Uniti, perché la nostra formazione scolastica è poco concreta. Poi deciderà lei cosa fare e dove fermarsi.

Ma tra Cina e India cosa sceglierebbe?
Apprezzo molto i cinesi: sono un grande popolo, spesso vittima di preconcetti, e ormai contribuiscono in maniera importante alla crescita del nostro Paese.

Concludiamo, come sempre, con il gioco della torre. Alfano o Formigoni, chi butta?
Formigoni, perché nei suoi panni avrei lasciato prima.

De Martin o Del Bono?
De Martin.

Grillo o Sabina Guzzanti?
Butto la Guzzanti, Grillo pone questioni serie.

Berlusconi o Monti?
Assolutamente Monti.

Ciampi o Napolitano?
Napolitano, è stato regista occulto dell’operazione Monti.

Merkel o Hollande?
Merkel.

Obama o Romney?
Obama, ha disatteso le speranze che molti avevano riposto in lui.

La rivoluzione o l’Italia di oggi?
Salvo la rivoluzione.

 * INTERVISTA PUBBLICATA SUL MESE DI NOVEMBRE DEL MENSILE 12 MESI 

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Redazione BsNews.it

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