(a.c.) L’accusa: induzione al falso. La sentenza: prosciolta, perché il fatto non sussiste. L’ex assessore regionale della Lega Nord, Monica Rizzi, è stata scagionata in merito alla nota vicenda della presentazione del falso curriculum presentato per un incarico in provincia (leggi la notizia: http://www.bsnews.it/notizia.php?id=17692), curriculum dove era indicato che è laureata in psicologia. Il giudice per le udienze preliminari, Paolo Mainardi, ieri mattina ha rigettato l’accusa, evidenziando che per l’incarico in questione la laurea non era richiesta.
L’ex assessore ha espresso tutta la propria soddisfazione per l’esito dell’udienza; le sue parole riportate nell’edizione odirna di Bresciaoggi: «Mi sono dimessa il 16 aprile sapendo d’avere la coscienza a posto. Il reato di cui ero accusata sarebbe stato prescritto a breve, ma io ho voluto il confronto perché sapevo di non aver commesso nulla. Dovevo portare avanti questa vicenda giudiziaria nel modo in cui ho fatto, anche perchè lo dovevo a tutti coloro che nel 2005 mi hanno votato.»
Le fa eco il suo avvocato, Alessandro Diddi: «Lo avevamo detto, il giorno dopo a quello in cui in molti avevano gioito per le disgrazie giudiziarie di Monica Rizzi, di aspettare a festeggiare.»
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