Il riordino delle Province rischia di provocare esattamente l’effetto contrario rispetto all’auspicato e cioè aumentare i costi del 25 per cento. Ad oggi, in mezzo alla confusione generale, l’unica cosa certa appare l’iter con il quale, anche la Provincia di Brescia, dovrà fare i conti nei prossimi mesi, vale a dire il suo riordino interno. Dal primo gennaio 2013 infatti la giunta verrà azzerata e tutte le deleghe saranno rimesse in mano al presidente Molgora che potrà farsi aiutare da tre consiglieri. Fino al novembre dello stesso anno, quando invece si passerà alla seconda fase delle votazioni. Presidente e consiglieri non saranno più eletti dai cittadini ma bensì nominati dai 206 comuni bresciani. Sono le modalità della trasformazione a risultare poco chiare, con il rischio che invece di ridurre i costi della politica, essi aumentino. La prima preoccupazione della Provincia è proprio che il ritorno di molte competenze alle Regioni e il conseguente spostamento di parte del personale alle dipendenze del Pirellone, comporterà un aumento dei costi del 25 per cento. Per provare a bloccare il decreto i politici del Broletto chiederanno aiuto ai parlamentari bresciani perchè facciano pressione sulla stesura definitiva del decreto. Intanto gli 805 dipendenti del Broletto (compresi i 14 dirigenti) restano in attesa di capire cosa ne sarà di loro.
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