(a.c.) Un fulmine, non proprio a ciel sereno ma nemmeno troppo atteso: a margine del consiglio comunale, quando ormai si era vicini alla mezzanotte, il sindaco di Manerbio Cesare Giovanni Meletti, primo sindaco di centrodestra dal dopoguerra ad oggi, ha rassegnato le dimissioni da primo cittadino.
La seduta si era praticamente conclusa, e l’aula aveva approvato, seppur in difficoltà, con il voto decisivo dello stesso primo cittadino, il piano di recupero dell’ex consorzio agrario per trasformarlo in casa di riposo, gestita dalla società francese Segesta Korian. Decisione sofferta, che non ha ottenuto il favore di alcuni membri della maggioranza (Andrea Almici e Angiolino Ponsoni), mentre altri non erano nemmeno presenti in aula (Raffaele Martinelli e Angelo Sala). Elementi che hanno un peso determinante nella decisione di Meletti. Le sue parole, riportate sulle colonne di Bresciaoggi in edicola stamane: «Alla luce della contrarietà espressa da diversi consiglieri di maggioranza e alle assenze ingiustificate di altri esponenti della coalizione, ritengo che non ci siano più le condizioni per governare il paese».
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