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Parliamo di Suv, giganti delle strade e della “maleducazione”

di Lucia Marchesi – Parliamo di suv. È giunto il momento di affrontare il drammatico argomento.

Suv. Sport Utility Vehicle. L’auto indispensabile per affrontare le impervie strade di Brescia, soprattutto quelle del centro storico. Auto gigantesche, dotate di ogni comfort, per salirci a momenti serve la predella, ma dentro sono comode. Estremamente comode. L’automobilista alla guida del suv domina la strada dall’alto, la strada è sua. O almeno ne è convinto. Sì, perché il proprietario del suv, uomo ma soprattutto donna, ha una stranissima percezione del traffico cittadino che, nella sua testa, davanti a lui e alla sua colossale auto, dovrebbe aprirsi come il mare davanti a Mosè. E questa bizzarra convinzione rende molti “suvisti” bresciani un po’ troppo prepotenti. Il suv può andare ovunque, passare ovunque, parcheggiare ovunque. Tanto, viste le ridotte dimensioni, parcheggiato sul marciapiede costringe solo i pedoni a camminare in mezzo alla strada. Che sarà mai? E alle rotonde? Sempre e comunque diritto di precedenza, senza nemmeno guardare. Possibilmente, armeggiando con il cellulare: quindi con lo sguardo non sulla strada, ma sul display dello smartphone. Negli ultimi anni sono nati sempre più modelli di suv, sempre più grandi. Il problema è che non si possono adattare le città a questi nuovi, potentissimi, mezzi di trasporto. E la signora che decide di acquistare la mastodontica auto, e che magari abita in Via Musei, raramente si pone la fatidica domanda «Ma riuscirò a entrare e a uscire di casa?». Con l’auto nuova fiammante, l’entusiasta proprietaria scopre che sì, in effetti ci riesce, e che l’impresa richiede solo trentasei manovre; e non si fa certo problemi se, mentre percorre Via Musei, i pedoni si devono aggrappare alle finestre dei palazzi, dato che la sua splendida auto lascia sì e no quindici centimetri di spazio su ogni lato della strada. Vi è mai capitato di passare, per esempio, in Via Cattaneo quando i bambini entrano o escono dall’Arici? Probabilmente no. Perché passare è impossibile. A piedi o in bicicletta, o ti rassegni a usare i tetti delle auto come passerella o lasci perdere: un infinito schieramento di auto gigantesche, in quella che dovrebbe essere Ztl, tutte con il motore acceso. Quindi, non solo non ne puoi uscire, ma nel frattempo ti fai incatramare i polmoni. Piacevole, no? E che dire dei parcheggi? Col tempo, il più vecchio parcheggio sotterraneo cittadino ha cercato di adattarsi, disegnando spazi sempre più larghi, ma in altre zone i posteggi sono quelli che sono. E se hai la disgrazia di ritrovarti un suv parcheggiato alla sinistra della tua piccola utilitaria, sei spacciato. Perché il “suvista” deve avere tutto l’agio necessario per issarsi con corda e piccozza sul suo Everest motorizzato, quindi tra la sua auto e la tua saranno rimasti più o meno quattro o cinque centimetri. Ovviamente, il “suvista” non si è chiesto «Il mio vicino riuscirà a entrare in auto?». Figuriamoci. Scherziamo? Se mai, entrerà dal bagagliaio. I cortili dei condomini? Che diamine, di esclusiva proprietà del “suvista”. Torni dal lavoro e ti fermi davanti al cancello del palazzo. Mentre aspetti che si apra, arriva il capitano Smith a bordo del Titanic: invece di aspettare che entri, arriva quasi contro il muso della tua auto e ti guarda come per dire «Fammi passare, non vedi che io ho il suv?». Sì, genio incompreso, tu hai il suv, ma io sono in mezzo alla strada e, se vai indietro di due metri, entro e tu puoi andartene dove ti pare, anche se un paio di suggerimenti su dove potresti andare ce li ho. Niente da fare, bloccando il traffico, ti devi arrendere. E magari le due auto affiancate ci sarebbero passate benissimo. Ma si sa, in certi casi, dimensione dell’auto e capacità di guida sono inversamente proporzionali. E poi arriva il fatidico giorno in cui il figliolo prende la patente. E la mamma, non senza un vago senso di ansia, gli affida le chiavi del suv. E lui partirà gaio verso Piazzale Arnaldo, per farsi bello con gli amici. Piccolo dettaglio: il pischello ignora di non essere assolutamente il grado di parcheggiare la bestia, fino a quando non arriva il momento di tentare l’impresa. Quindi inizierà a vagare nei dintorni, notoriamente sgombri, cercando invano una piazza d’armi sufficientemente vuota per azzardare il tentativo. Peccato che in quella zona sia facile cadere nelle Ztl, o trovare posto solo negli spazi dei residenti. Incurante del pannello che avverte “Varco chiuso”, anzi immaginandosi Indiana Jones che riesce a sfuggire alle trappole del tempio un secondo prima che il “varco” si chiuda, il neopatentato ci si tufferà dentro.

E il risultato della sua prima serata al volante del suv sarà una multa, oltre alla fiancata grattugiata sull’angolo di un palazzo.

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Redazione BsNews.it

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