Con una nota l’ex consigliere comunale del Pd Rocco Vergani – oggi tra i più attivi sostenitori di Renzi – interviene sulla questione delle elezioni comunali del 2013 rilanciando la prospettiva di un accordo Del Bono – Castelletti in vista dell’appuntamento.

ECCO IL TESTO INTEGRALE

In questi giorni, alcuni esponenti storici del centrosinistra bresciano, hanno chiesto con appelli, lettere ed articoli sulla stampa locale, le primarie di coalizione, subito,convinti che, tramite questo strumento, sia possibile dare vita ad un ampio schieramento da opporre all’attuale maggioranza di centrodestra.

In realtà, sempre dai giornali, si apprende di un lavoro, da parte della segreteria provinciale e cittadina del Partito Democratico, teso al dialogo, tanto con le civiche,quanto con Sel, al fine di garantire una coalizione riformista in grado di battere Paroli.

Proprio da qui nasce la richiesta del Pd a Sel di abbandonare la sinistra massimalista rappresentata da Rifondazione Comunista e dalle realtà antagoniste cittadine, nonchè di staccarsi dall’Idv, in continua antitesi con le proposte del Pd a Brescia ed a Roma.

Mi stupisce che, chi chiede le primarie facendo parallelismi con il contesto nazionale, chi ha vissuto la passata stagione riformista del governo di Brescia, chi si richiama al confronto con il mondo delle professioni e delle civiche non si preoccupi, oggi, di dare vita in questa città ad una coalizione così eterogenea e spostata su posizioni estreme.

Ed allora mi pongo queste domande: è possibile per il Pd andare alle elezioni con la stessa compagine del 2008? Siamo certi che non siano altri gli schemi da ricercare oltre ad un alleanza delle sinistre che nella nostra città non è mai riuscita ad essere vincente?

Brescia è oggi diversa da 5 anni fa.

In questo periodo il centrodestra non è stato capace di proporre un modello amministrativo convincente: ad una gestione approssimativa, assente, poco efficace e poco trasparente della cosa pubblica, si è aggiunto lo sgretolamento del blocco sociale di riferimento.

I cattolici liberali alla prova della sfida del governo della città non hanno saputo proporre una classe dirigente capace di rappresentare interessi generali diffusi ed il ceto popolare, deluso dagli scandali e dall’ipocrisia delle semplificazioni di questioni complesse, sta voltando la faccia alla Lega.

Di fronte a questo scenario, il riferimento al cattolicesimo democratico, protagonista di una stagione passata da decenni e di una generazione senza eredi, il richiamo alle realtà organizzate della sinistra, da sempre minoritarie in Brescia ed in crisi di rappresentanza, così come l’approccio esclusivo ad alleanze tra partiti, rischiano di non essere sufficienti per proporre una azione politica ed un disegno amministrativo convincente per la situazione odierna e per il futuro.

Le prossime elezioni amministrative a Brescia cadono in un periodo della vita politica e sociale del Paese di profonda trasformazione

I cittadini chiedono al mondo politico di promuovere, anche a Brescia, un nuovo sistema ed una nuova classe dirigente capaci di affrontare le ricadute locali delle criticità contemporanee, di disegnare il futuro della nostra città.

Nei fatti, nelle idee, nella condotta degli interessi pubblici oggi più che mai si chiede a chi si occupa della cosa pubblica di meritarsi quella fiducia che i cittadini devono riporre in chi li rappresenta e di assolvere all’impegno di promuovere il benessere e la convivenza armoniosa della comunità.

E’ necessaria dunque un’assunzione di responsabilità e una buona dose di coraggio da parte del Pd bresciano.

Il confronto aperto tra il candidato del Pd Emilio Delbono e Laura Castelletti di Brescia per Passione va proprio in questa direzione.

Si tratta di un tandem quello Delbono-Castelletti da proporre ai cittadini sin dal primo turno, capace dunque di lanciare un progetto amministrativo di contenuti concreti tra forze civiche attive ed impegnate e un partito che si apre alla città per costruirne il futuro.

Delbono e Castelletti sono due figure rappresentative di Brescia che hanno l’autorevolezza, l’esperienza e la capacità per costruire insieme un nuovo modello amministrativo di governo, che io chiamo civico e riformista insieme, uno schema che manca, in grado di rappresentare tutta la città e di crescere nel tempo. Per alcuni, abituati alla vecchia politica, un esperimento forse estraneo dalle esperienze tradizionali, per conto mio, una proposta innovativa, completa e vincente capace di promuovere il mutamento e garantire la buona tradizione,amministrativa nella nostra comunità.

Rocco Vergani

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Redazione BsNews.it

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