Si fa sempre più pesante il clima in Regione. L’assessore alla Casa Domenico Zambetti, infatti, è stato arrestato stamattina a Milano con l’accusa di aver comperato voti dai referenti lombardi della ‘ndrangheta. Secondo le indiscrezioni Zambetti avrebbe versato 200mila euro e concesso posti di lavoro in cambio di 4mila preferenze, che sarebbero poi risultate decisive ai fini dell’elezione (con oltre 11mila preferenze) alle ultime regionali. Il gip milanese Alessandro Santangelo gli contesta tre reati: “scambio elettorale politico-mafioso”, “concorso esterno in associazione mafiosa» e “corruzione”. Quello di Zambetti è il quinto arresto della giunta Formigoni. Prima di lui era toccato a Guido Bombarda (Formazione professionale), Piergianni Prosperini (Turismo), Franco Nicoli Cristiani (Ambiente, Commercio) e Massimo Ponzoni (Protezione civile, Ambiente). Mentre 13 su 80 sono i conisiglieri regionali indagati a vario titolo.
Da segnalare, sul fronte bresciano, è in particolare l’intervento del candidato sindaco Marco Fenaroli. “I motivi dell’arresto dell’assessore regionale Zambetti, il più strenuo fautore dell’abbattimento della torre Tintoretto”, scrive l’ex segretario della Cgil, “gettano gravi dubbi sul contesto dell’intero programma di quartiere. Per noi l’abbattimento è una scelta dannosa a scapito della città, che ora si tratta di revocare, visto che uno dei suoi principali promotori è gravato di tanta accusa”.
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