(a.c.) Aumenta il costo del gasolio, delle sementi, delle attrezzature, dell’energia elettrica, e di conseguenza aumenta il costo di un litro di latte al supermercato. Ciò che non aumenta mai è il prezzo che le grandi aziende casearie corrispondono agli allevatori, il primo anello della catena, costantemente in difficoltà. Per questo motivo ieri chi passava in centro, lungo i portici di corso Zanardelli, ha potuto ricevere gratuitamente un brick di latte offerto da Confagricoltura, che assieme al latte distribuiva volantini tramite i quali spiega il problema.
In poche parole, afferma il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori, Francesco Bettoni (lo stesso presidente della Camera di Commercio, nonché di Bre.Be.Mi) per ogni 100 litri di latte prodotti gli allevatori ci rimettono dai 4 ai 7 euro. Quale persona sana di mente non capisce che così non si può continuare? Con il prezzo del latte ormai fermo da tempo, e pressoché uguale per tutti gli allevatori (tanto simile da far sorgere sospetti di "cartello" tra le società, e ipotizzare un esposto alle autorità competenti di mercato) è facile capire che la sopravvivenza, soprattutto dei piccoli produttori, peraltro molti dei quali già costretti a chiudere dal caso-quote latte, è questione di mesi.
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