Safiu Mohamed non sarà diviso a forza da sua moglie e dai suoi 3 bambini di 8, 6 e 2 anni: un picchetto di oltre 40 attivisti italiani e migranti dell’Associazione diritti per tutti e del Comitato provinciale contro gli sfratti ha bloccato questa mattina l’esecuzione ed ha costretto l’ufficiale giudiziario a rinviare lo sfratto al prossimo 29 ottobre. Il papà, arrivato in Italia nel 1997 dal Ghana per scappare dalla fame, è stato metalmeccanico e poi fino al 2011 ha fatto l’ operaio presso una ditta di autodemolizione; è stato licenziato e da allora non ha più trovato lavoro e non è riuscito a pagare i 500 euro di affitto per il bilocale al quarto piano senza ascensore di un vetusto edificio del centro storico di Brescia, nel quartiere del Carmine , al numero 8 di Vicolo Fenarolo. La proprietà, che ha diversi altri appartamenti in zona , non ha accettato la proposta del Comune che sulla base del progetto contenimento sfratti, linea di intervento 2, garantiva il pagamento di 380 euro al mese per almeno 5 mesi in cambio della sospensione, non annullamento, dello sfratto; un periodo che darebbe la possibilità all’inquilino di maturare altri punti per l’assegnazione di una casa popolare o di trovare un lavoro. Così l’unica altra soluzione prospettata dal Comune restava quella di farsi carico della madre e dei tre figli, separandoli dal padre e collocandoli in qualche struttura dove costerebbero alla collettività circa 1000 euro al mese. La famiglia e l’Associazione hanno rifiutato e rigettato questa disumana e scellerata opzione e nonostante la presenza di numerosi agenti di polizia hanno mantenuto il blocco dello sfratto ottenendone il rinvio, ma soprattutto spingendo i proprietari a riaprire il confronto con il Comune per accogliere la proposta del progetto contenimento sfratti. Anche l’azione di stamattina si inserisce nella campagna d’autunno che si intensificherà nelle prossime settimane e che richiede:
•acquisizione dei prefabbricati che erano utilizzati dagli operai della metropolitana e che, con una spesa di poche migliaia di euro per una cucina da campo, potrebbero diventare un centro temporaneo di emergenza abitativo per i “terremotati sociali della crisi”, vittime della morosità incolpevole, senza dividere le famiglie e senza dilapidare risorse pubbliche per collocare madri e figli minori in strutture molto costose.
•requisizione degli edifici vuoti delle società, degli enti, delle banche, delle immobiliari e dei grandi proprietari per metterli a disposizione delle famiglie sfrattate e del progetto contenimento sfratti.
•la moratoria-sospensione degli sfratti per morosità incolpevole a livello nazionale o, in subordine, a livello locale come ha deciso la Prefettura di Firenze.
•che non si proceda all’abbattimento dei circa 200 appartamenti della Torre Tintoretto di S Polo e che si proceda alla loro assegnazione ai bisognosi
Prossimo appuntamento fra due giorni, il 19 settembre, nuovo picchetto contro uno sfratto in via Chiusure 111 a Brescia
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