(a.tortelli*) Lo studio è un diritto. Per chi ce l’ha. Di certo non per 19 ragazzi bresciani, e altrettante famiglie, che il 12 settembre avrebbero dovuto iniziare il quinto anno (sperimentale) all’istituto Zanardelli di Brescia. Il primo giorno di scuola, infatti – secondo quanto appreso da Bsnews.it – un incaricato del centro di formazione professionale ha avvisato telefonicamente i genitori del fatto che le porte delle classi sarebbero rimaste chiuse perché la Regione non ha stanziato i fondi per finanziare la nuova annata (la causa andrebbe cercata nei tagli del Governo, ma anche nel fatto che non è stato raggiunto il numero minimo di alunni necessario a formare una classe). Risultato: i 19 studenti, nella migliore delle ipotesi, rischiano di buttare nell’immondizia un anno di vita, perché non possono proseguire gli studi in un altro Cfp (i posti sono completi), né possono sperare di conseguire la maturità in una scuola pubblica dato che nella maggior parte dei casi verrebbe chiesto di ripartire dal terzo anno.

Mamme e studenti sono già sul piede di guerra. “Trovo assurdo”, spiega Nefertita Landi, madre di uno dei 19 sfortunati studenti, a Bsnews.it, “che siamo stati avvisati soltanto all’ultimo momento: se almeno ce l’avessero detto un mese prima avremmo potuto organizzarci diversamente. Oggi”, continua, “i nostri figli rischiano di trovarsi senza niente in mano: non possono continuare a studiare, e anche in quel caso perderebbero 12 mesi di vita, e difficilmente troveranno un lavoro. E’ inconcepibile che prima si dica ai nostri ragazzi che devono studiare per essere più concorrenziali sul mercato del lavoro e poi, nei fatti, glielo si impedisca. Ma non resteremo con le mani in mano”, conclude Nefertita Landi, “siamo pronti anche a far sentire la nostra voce davanti alla sede distaccata della Regione”.

Sulla stessa linea anche l’assessore provinciale Giorgio Bontempi, che si dice “arrabbiato quanto le mamme” per l’accaduto. “E’ inaccettabile e imbarazzante”, spiega, “che venga comunicato soltanto oggi a genitori e alunni che il quinto anno non potrà partire, tanto più in un momento come questo in cui il lavoro scarseggia e molte famiglie sono costrette a fare sacrifici importanti per far studiare i figli. Purtroppo”, continua, “questa materia è di competenza della Regione, e io – con il direttore dello Zanardelli – farò tutto il possibile per risolvere la questione. Sono pronto ad alzare la voce e continuerò a fare pressing sul Pirellone fino a quando ci sarà un lumicino di speranza. Ma purtroppo”, chiosa Bontempi, “la soluzione è nelle mani di altri”. * con il contributo di Bruno Forza

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Redazione BsNews.it

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