Nella terra sotto la Ilva di Taranto le analisi segnalano la presenza di 351 nanogrammi di diossine per ogni chili di terra. Un dato allarmante, ma nulla al confronto dei 325 mila nanogrammi di diossine rinvenuti dalle analisi dei terreni sotto la Caffaro, nel cuore di Brescia. L’ambientalista Marino Ruzzenenti, ha messo a confronto i dati delle due realtà e ciò che ne è uscito non è certo positivo, per gli abitanti di Taranto ma ancora di più per noi bresciani. Sulle pagine del Corsera Brescia Ruzzenenti tuona: “ Non si può continuare a convivere con questa emergenza e le istituzioni devono assolutamente fare un pressing su governo e sull’Unione Europea per chiedere fondi”. Mentre a Taranto il governo ha spedito 340 milioni di euro per la bonifica del sito, a Brescia la situazione è bloccata almeno da 6/7 anni, abbandonando di fatto famiglie e bambini al proprio “inquinato” destino.
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