Con una lettera indirizzata al ministro del Turismo Piero Gnudi il senatore dell’Idv Gianpiero De Toni e il responsabile Lavoro Maurizio Zipponi tornano a intervenire – in maniera pesante – sulla vicenda Mille Miglia, dopo il recente commissariamento dell’ente bresciano.
Il primo affondo è nei confronti del vicesindaco Rolfi. “Il marchio bresciano”, si legge nel comunicato, “non può essere sporcato da litigi di bottega. Al contrario, deve essere valorizzato per portare nel mondo il saper fare di un’industria sana e produttiva legata all’auto. In questi giorni il leghista Fabio Rolfi le ha scritto chiedendole di revocare il commissariamento, pur dichiarando che sulla materia il Comune non ha alcuna competenza. Egli parla a nome della comunità bresciana, ma noi non sappiamo né chi rappresenta né a quali interessi economici faccia riferimento. Sappiamo bene, invece”, continuano i due, “che la comunità bresciana produttiva non può permettersi, dopo la vicenda Bipop-Carire e quella dei Furbetti del quartierino, di vedere di nuovo offuscata la propria immagine”.
Quindi Zipponi e De Toni sottolineano che il commissario Vincenzo Grimaldi ha “formalmente il compito di gestire l’Aci di Brescia e di far partire, in tempi brevi, l’organizzazione della Mille Miglia, sganciandosi da ogni conflitto d’interesse, non ha certo il compito di valutare le ragioni del commissariamento, che spettano ad altri organi. Qualora ritenga di non essere in grado o di avere un misero compenso per l’enorme lavoro che lo attende”, incalzano, “può liberamente rinunciare e lasciare il posto ai tanti professionisti, presenti anche a Brescia, che sono all’altezza di gestire una situazione così delicata”.
Parole dure. Durissime. Per i due esponenti dell’Idv, infatti, “la vicenda è talmente complicata da conflitti d’interesse, ragioni amministrative e dossier, da imporre una cesura col passato e una partenza trasparente e limpida”. E Bonomi dovrebbe farsi da parte invece di rendere “ancor più intricata la vicenda”. Al ministro, invece, i due chiedono di “di confermare il commissariamento con l’attuale o con un nuovo commissario e di conferire un mandato preciso nei poteri, chiaro negli obiettivi e slegato da tutto il sistema di interessi che ruota intorno alla storica competizione”.
Affermazioni che seguono la decisione dell’Aci di commissariare l’organismo bresciano per fare chiarezza sui conti. Dalla Leonessa sono subito partiti movimenti per fare in modo di revocare il commissario. E l’ultima parola ora spetta al ministro del Turismo Piero Gnudi. Ma nel frattempo potrebbe corpo l’ipotesi del prolungamento del contratto con l’Ati guidato da Alessandro Casali, congedato – tra mille polemiche – lo scorso 30 giugno.
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