È uno scenario sempre più inquietante quello che emerge dall´inchiesta giudiziaria che ha travolto Green Hill. Tra le accuse viene ipotizzato anche il reato di uccisione di animali senza necessità.
A pendere sul capo dei vertici dell’azienda non c’è solamente il ritrovamento di 86 carcasse di beagle. Dagli esami del materiale cartaceo sembrerebbe che agli animali venisse praticata l´eutanasia in modo sistematico per malattie curabili come la dermatite o da disturbi di natura comportamentale. Ma non finisce qui. Le indagini parlano di cuccioli che sarebbero rimasti soffocati per la presenza della segatura di lettiera finita nell´esofago.
Altro capitolo dell’oscura vicenda riguarderebbe la sistematica cessione dei quadrupedi ad una partecipata di Lione, che tra i clienti annovera una ditta italiana specializzata nella produzione di cosmetici.
Da non sottovalutare anche i numeri di Green Hill: 2300 cani per 23 dipendenti, troppo pochi per consentire loro di vivere in condizioni di benessere.
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