(a.t.) “Con il Comune di Brescia abbiamo collaborato, collaboriamo e collaboreremo anche domani. Se non ci siamo incontrati abbastanza, forse, è perché il collega Arcai è stato troppe volte a Roma: io sono sempre sul territorio”. Risponde così – con un pizzico d’ironia – l’assessore al Turismo Silvia Razzi all’intervento dell’esponente di Palazzo Loggia pubblicato a Ferragosto su Bsnews.it: un j’accuse a Molgora e al mondo della cultura, “rei” di aver protestato troppo tardi contro i tagli del governo Monti, che si concludeva proprio con un appello alla titolare della Cultura del Broletto.
“Non voglio fare polemiche, tanto meno con Arcai”, spiega la Razzi al sito, “ma tengo a sottolineare che la collaborazione è alla base del mio modo di intendere le responsabilità che mi sono state date. Ho sempre operato andando al di là del colore delle amministrazioni locali con cui avevo a che fare, e credo di averlo dimostrato anche di recente con l’inaugurazione dell’ufficio Iat di Iseo. Con Arcai abbiamo già portato avanti diversi progetti. Penso al progetto ‘Il violino tra Brescia e Cremona’ e al ‘sistema turistico della via del ferro’. Ma anche”, aggiunge, “al fatto che che, alla Borsa del Turismo di Milano, nello stand del Broletto abbiamo ospitato il Comune per la valorizzazione dell’inserimento di Santa Giulia nel patrimonio Unesco”.
Quanto agli effetti della cura Monti e alla presunta mancata risposta di Brescia, la Razzi è più netta. “Arcai”, spiega, “rimprovera al presidente Daniele Molgora – che oltretutto da subito ha lavorato per ridurre gli sprechi – di non aver alzato abbastanza la voce. Ma in quel momento eravamo al governo: sarebbe stato suicida farlo. Inoltre vorrei ricordare che a lungo il nostro ente è stato sul confine della cancellazione: le priorità erano altre. E anche oggi che hanno deciso di lasciarci in vita, le ricadute sono pesanti: la spending review tocca i Comuni, certo, ma riguarda innanzitutto l’ente Provincia. La Lega comunque è l’unico movimento che si batte da sempre contro Monti. Mi chiedo”, chiosa, “come faccia la sinistra, che ha sempre rivendicato una grande attenzione alla cultura, a sostenerlo ancora”.
Ma per l’assessore alla Cultura e al Turismo del Broletto non tutto è perduto. “Brescia”, chiarisce, “deve ripartire da ciò che già ha: dalle tante iniziative, culturali e sportive, promosse dalle associazioni sparse per la provincia e dalla valorizzazione dei suoi luoghi simbolo. Oltre che da quelle figure che stanno dando tantissimo alla Leonessa. Penso all’ambasciatore Spada, uno degli emblemi del nostro territorio. Ma anche a Giordano Bruno Guerri che ha ridato lustro al Vittoriale dopo anni di degrado. O a giovani critici come Davide Dotti e Paolo Bolpagni”.
La stella polare della Razzi, comunque, è ben definita. “Dobbiamo prendere a modello la Verona di Flavio Tosi”, dice, “come abbiamo già fatto sul versante della sicurezza. Brescia – quanto a bellezze e a storia – non vale meno della città scaligera. Non credo, ad esempio, che il Capitolium abbia meno fascino della casa di Giulietta. Ma dobbiamo essere più bravi a valorizzare ciò che abbiamo. Santa Giulia deve lavorare 365 giorni all’anno e tutti devono sapere che Ermengarda è stata qui. Inoltre è necessario fare sempre più sistema fra città e provincia sul sito Unesco: giusto la scorsa settimana da Roma, su questo fronte, abbiamo ottenuto un finanziamento da 300mila euro. Alla Leonessa”, conclude l’assessore provinciale alla Cultura e al Tursimo, “servono azioni di marketing che producano ricadute sul tessuto economico. Gli eventi mordi e fuggi”, precisa, “vanno evitati. I Maya?”, chiosa, “Andrebbe chiesto ai bresciani se è davvero di questo che abbiamo bisogno”.
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