Le autorità dell’Honduras l’hanno archiviato come omicidio-suicidio, ma il padre dell’allora 44enne accusato di aver ucciso la figlia di 5 anni e i figliastri della compagna, rispettivamente di 9 e 12 anni, per poi togliersi la vita con un colpo di pistola in bocca, non ci crede che suo figlio abbia potuto compiere un gesto tanto violento. Così, da quattro anni a questa parte, periodo a cui risalgono i fatti, ha iniziato una battaglia per fare in modo che gli inquirenti dell’Honduras riaprano il caso e facciano chiarezza su una vicenda che, a detta di papà Francesco Esposito, 70enne bresciano, presenta molte ombre. Secondo lui, infatti, la ricostruzione fatta dalla polizia locale sudamericana, non corrisponderebbe al vero dato che diversi elementi di indagine sarebbero spariti e altri non sarebbero nemmeno stati presi in considerazione. Inutili fino ad oggi gli appelli lanciati da Francesco Esposito alle autorità locali, agli enti preposti e anche all’ambasciata italiana in Honduras. Nei giorni scorsi il padre ha scritto una nuova lettera al Procuratore di Truyillo, il luogo dove abitava il figlio e dove si è verificata la tragedia, ma ad oggi ancora nessuna risposta. Ora la speranza è che almeno quest’ultimo appello venga ascoltato.
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