E se più dell’inquinamento potesse il caldo??? E’ l’ipotesi circolata in queste ultime ore per spiegare la moria di pesci nel fiume Chiese verificatasi domenica mattina nel tratto di alveo compreso tra Carpenedolo e Calvisano. I rilievi e le analisi dei campioni da parte dello Zooprofilattico di Brescia sono ancora in corso, ma si comincia a ventilare l’ipotesi che la strage potrebbe non essere legata all’inquinamento industriale, ma piuttosto a un fattore climatico naturale, vale a dire proprio il caldo.
Secondo l’Arpa, che si occupa del caso insieme con Asl e Polizia Provinciale, i pesci sarebbero finiti in un punto del fiume più a monte rispetto a quello in cui sono stati trovati, un’area del Chiese in cui l’acqua è stagnante e dove il surriscaldamento avrebbe potuto causarne il decesso. Il maltempo e il conseguente temporale avrebbero poi fatto scivolare i pesci a valle, dove è stato effettuato l’avvistamento. Al momento, naturalmente, si tratta però di semplici ipotesi, eventualmente da confermare a seguito dei risulati delle analisi di laboratorio.
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