Con un comunicato il candidato per la Loggia 2013 Marco Fenaroli interviene sulla Spending Review, criticandola aspramente. Di seguito il testo integrale del comunicato:

“La revisione della spesa intrapresa dal Governo Monti doveva e poteva essere occasione utile a cambiare il modo di amministrare le risorse pubbliche, eliminando sprechi, clientele e privilegi, rendendole produttive. La larga adesione a questa intenzione, già proposta da Padoa Schioppa, deriva dalla consapevolezza della storica necessità di riforma dello Stato, delle sue istituzioni e della sua macchina burocratica e confidavo che all’annuncio corrispondesse acutezza di analisi e capacità chirurgica. La proposta risulta, al contrario, come la somma di tagli lineari sul monte della spesa pubblica e sociale, persino in campi già segnati da cronica insufficienza come la ricerca scientifica. I commenti politici del Presidente del Consiglio dei Ministri svelano un compresso desiderio di liberismo: politica per niente nuova e certamente dannosa. Scegliere di parlar male del patto sociale davanti ad una platea di banchieri (alcuni dei quali appena salvati con denaro pubblico dai disastri delle loro avventure speculative) non risulta segno di equilibrio e conferma le difficoltà delle classi dirigenti del Paese. Questo parlare risulta assai ingiusto, soprattutto alla luce dei pesanti sacrifici che vengono imposti ai tanti che ne hanno già fatti, per interventi che intendono risanare il disastro mondiale provocato dai manager del capitalismo azionario (i gestori dei “mercati”).

E’una ricorsa senza fine e molto gravosa per chi da anni va perdendo progressivamente potere d’acquisto per il blocco delle pensioni e dei salari: il senatore a vita Monti, ma non solo lui,  farebbe bene a tenerne conto. Diminuire la spesa pubblica in farmaci  non significa far diminuire le prescrizioni improprie. Sicuramente i problemi di gestione delle farmacie, che sono un servizio soprattutto nei centri periferici, si acuiscono. Forte è il timore che, con l’abbassamento del tetto di spesa per i territori, venga accentuato il controllo burocratico amministrativo sulle prescrizioni dei medici di base, a scapito del bisogno reale di cura degli ammalati, con il rischio concreto di accrescere la già pesante quota di spesa per la salute a loro carico o di ampliare il numero di quanti sono obbligati a scegliere tra le cure che possono pagarsi e quali no. Se non vengono coinvolti medici e farmacisti, che prescrivono e distribuiscono, non si può risparmiare con saggezza.

Un sicuro risultato del taglio di posti letto sarà mettere a carico delle famiglie i tempi ed i costi dell’ assistenza che gli ospedali non garantiranno: le dimissioni precoci torneranno a crescere.

Il diritto costituzionale alla tutela della salute è da tempo minato, perché subordinato alle possibilità economiche delle famiglie di sostenere i costi l’assistenza, in un quadro da tempo disastrato dal taglio progressivo dei fondi nazionali, regionali e comunali. La spesa pubblica diminuisce non perché cresce la sua efficienza, ma semplicemente perché chi è in difficoltà deve pagare di tasca propria o fare senza. Mentre la timida promessa della patrimoniale sulle rendite e della lotta all’evasione fiscale va trasformandosi in propaganda elusiva dei problemi, lavoratori e pensionati pagano subito: in  questo la musica non cambia rispetto a quella suonata dalla destra al governo fino allo scorso anno. Il nuovissimo piglio del Presidente del Consiglio denota strabismo sociale.

La retorica sullo scarico del debito sulle generazioni future mira a nascondere che quelli che lo pagheranno davvero, insieme ai loro padri e madri, sono i figli e le figlie dei lavoratori e delle lavoratrici. Il futuro del Paese è a rischio per questo: corruzione e malaffare (la faccendieria, come la definisce Carlo Galli) non vengono aggrediti, il conto della rapina fatta da altri viene presentato di nuovo a dipendenti, precari e pensionati: la questione, adesso, è che non ne hanno per davvero più. Per capire meglio il problema dei tagli alla spesa farmaceutica e sanitaria ho chiesto un incontro con i sindacati dei pensionati, da sempre sensibili antenne del disagio sociale, e spero di poter presto incontrare i farmacisti che sono in agitazione contro la spending review”.

 

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Redazione BsNews.it

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