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Anche i grillini bresciani a Milano per il “Formigoni Go Home” del 7 luglio

Anche i grillini bresciani saranno in piazza Castello, a Milano,  il prossimo 7 luglio per chiedere le dimissioni del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. L’appuntamento per aderenti e simpatizzanti al Movimento 5 Stelle è in stazione centrale alle ore 14, con partenza con il treno regionale alle ore 14,27 e arrivo a Milano centrale alle 15,35.

Ecco il comunicato relativo alla manifestazione “Formigoni Go Home”.

Il 7 luglio tutti a Milano dalle 17 in Piazza Castello/L.go Cairoli per chiedere le dimissioni immediate di Formigoni. Perché chiediamo le dimissioni immediate di Formigoni?

Perché come da notizia riportata da tutti i giornali, Formigoni risulta indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, in relazione ai rapporti equivoci con il faccendiere Daccò. Quest’ultimo è accusato della bancarotta del San Raffaele e di aver sottratto oltre 70 milioni di euro alla fondazione Maugeri per presunte consulenze. La Sanità, di cui Formigoni si vanta sempre come eccellenza, è in realtà la gallina dalle uova d’ora per faccendieri e politici. Sulla barca di Daccò Formigoni ha trascorso le sue vacanze, prima negando con forza, poi tentennando e infine confermando (dopo aver consultato la sua agenda). Già questo atteggiamento è sospetto, ma quale è la contropartita per Daccò e i personaggi che rappresenta?

Perché Formigoni è a capo del consiglio regionale più indagato della storia, 12 su 80 consiglieri dei quali 2 ancora agli arresti, 4 facenti parte dell’ufficio di Presidenza e tanti funzionari e dirigenti. I reati più gettonati truffa e corruzione. Non si tratta più di casi personali ma di un vero e proprio sistema malato. Un Consiglio Regionale da commissariare.

Ma che questo consiglio regionale fosse nato sotto una cattiva stella lo si sapeva fin dall’inizio. Formigoni innanzitutto era incandidabile, perché è al suo quarto mandato consecutivo, benché la legge 165/2004 vietasse più di due mandati consecutivi, con il silenzio complice del PDmenoELLE in analoga situazione in Emilia con Vasco Errani. Un giudice ha definito questa situazione "un’inquietante anomalia".

Perché anche il Consiglio di Stato ha trovato da ridire sul suo operato, giudicando la giunta lombarda illegittima per il mancato rispetto dell’equilibrio tra i generi (1 donna su 13), in violazione dello statuto regionale, che evidenzia ancora una volta l’arroganza di chi si sente al di sopra della legge.

E in ultimo, ma non per questo meno importante, perché la sua candidatura è stata sostenuta da firme irregolari, salvato poi dall’intervento del decreto salvaliste, e inoltre da quasi 1.000 firme false. Il presidente della Provincia di Milano, insieme ad altri 15 funzionari, sono sotto inchiesta  per aver certificato le firme false, quindi sulle elezioni regionali del 2010 pesa un gravissimo dubbio, anzi una certezza, di illegittimità. Per molto meno vengono sciolti comuni e annullate elezioni, mentre Formigoni e questo consiglio regionale sono ancora lì, illegittimamente.

Per non parlare di sanità e scuola, un’eccellenza secondo Formigoni, secondo noi un flusso continuo di soldi pubblici che sono stati spostati dal pubblico al privato, dopando il sistema e creando quelle aberrazioni che hanno portato agli scandali (quelli finora scoperti) di San Raffaele e Fondazione Maugeri.

Formigoni tra l’altro non risulta avere neanche una casa, abbiamo verificato e alla sua residenza risultante dall’anagrafe del comune di Milano c’è un’abitazione in costruzione, disabitata, ma ben sorvegliata da guardie armate. Ritiene il Pirellone casa sua… pensando di rimanerci a vita… e di acquisirlo per usu capione.

E’ il momento di dire basta, i cittadini lombardi non meritano questo, un ventennio di governo in cui Formigoni ha trattato la Lombardia come il suo feudo personale, piazzando i suoi uomini nelle posizioni chiave della sanità e negli altri luoghi di potere. Un ventennio che ha visto incancrenirsi rapporti equivoci con personaggi di dubbia onestà.

E’ ora di dire basta e per questo vi invitiamo il 7 luglio a Milano tra Piazza Castello e Largo Cairoli dalle ore 17.00, perché se non si dimette lui lo licenziamo noi!

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Redazione BsNews.it

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