Nel 2008 (delibera del 9 giugno) una delle prime decisioni della nuova giunta fu quella di bloccare l’ingresso in casette prefabbricate, fatte costruire in via Orzinuovi dalla precedente Amministrazione tramite fondi regionali (1 milione 270mila euro), nelle quali avrebbero dovuto entrare buona parte dei sinti che vivono in condizioni di estremo disagio poco distante. (Di quelle case, ricordiamo, a distanza di quattro anni solo sei sono occupate sulle 15 totali). Dopo un ulteriore passaggio con lettera di allontanamento per i sinti non residenti (7 novembre) da parte del Comune e conseguente ricorso della Cgil (5 dicembre), la decisione da parte dei vari soggetti in campo di arrivare a una soluzione condivisa e la costituzione del tavolo in Prefettura. Ora, a distanza di quasi quattro anni, si arriva all’accordo di ieri: in mezzo c’è la pasticciata vicenda di Guidizzolo (l’acquisto da parte della controllata del Comune Brixia Sviluppo di alcune aree e la successiva rivendita alle famiglie dei sinti, con l’accensione di mutui. Un ipotesi che non andò in porto perché il Comune di Brescia non aveva chiesto la Dia e a causa delle proteste della popolazione locale), la bonifica dell’area di via Orzinuovi da parte del Comune (200 mila euro di spesa), l’intervento dell’Ufficio Antidiscriminazioni (Unar) rispetto a presunte irregolarità nell’iscrizione all’anagrafe di alcuni sinti.
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