Quattro sberle. E una lezione di calcio. E’ questo l’esito della finale europea di ieri, che ha spento – con un getto fortissimo d’idrante – le illusioni di successo della Nazionale italiana. Un risultato netto, che si spiega innanzitutto con la scarsa condizione fisica degli Azzurri. Ma anche con il valore delle Furie rosse, riuscite nell’impresa storica di vincere due Europei di fila, con un Mondiale di mezzo. Insomma: la Spagna è la squadra più forte del mondo e l’Italia a trazione bresciana (Pirlo-Balotelli-Prandelli) adesso lo sa. Ma sul futuro della Nazionale italiana rimangono alcuni nodi da sciogliere in fretta. Resta da capire, infatti, se mister Prandelli da Orzinuovi deciderà di continuare l’esperienza in Azzurro (l’appuntamento della Confederation cup è vicino) nonostante la scarsissima attenzione che continuano a dimostrare i club nei confronti della selezione. Pare di sì. Ma in quel caso l’allenatore bresciano dovrà avere il coraggio di affrontare una sfida ancora più grande. Quella di ringiovanire una squadra i cui elementi principali sono entrati nella ultima fase della carriera. E di avviare finalmente un progetto. Una missione in cui la Federcalcio dovrebbe avere un ruolo decisivo.
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