L’applicazione delle varie normative che si sono susseguite in questi ultimi anni sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e le interpretazioni della giurisprudenza che ne sono conseguite stanno provocando una modifica sostanziale degli assetti delle aziende che si occupano di questi servizi in provincia di Brescia. Di seguito il comunicato della Cgil:
"Il problema nasce dal fatto che il tema delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali è stato affrontato dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni con il chiaro intento di “regalare” ai privati un settore ancora ricco di opportunità economiche. Oggi, inoltre, rileviamo anche l’intenzione di superare il pronunciamento dei cittadini che attraverso il referendum hanno dato un inequivocabile segnale di difesa dei beni comuni. In questo contesto cade il recente giudizio del Consiglio di Stato su un ricorso presentato contro Cogeme, (azienda formata da 71 enti locali) che dichiara illegittima la partecipazione dell’azienda alle gare per gli appalti di servizi dei Comuni. Questo pronunciamento ha fatto si che l’appalto sia stato assegnato all’azienda che ha fatto l’offerta meno vantaggiosa, penalizzando la forma sociale dell’impresa e non il contenuto dell’offerta. E’ evidente che tutto ciò sta provocando un grave danno all’azienda ad intero capitale pubblico, ai Comuni soci che perderanno gli introiti derivanti dall’attività dell’azienda, ai lavoratori che dovranno cambiare rapporto di lavoro, ai cittadini che dovranno pagare di più il medesimo servizio. Un capolavoro di efficacia! I lavoratori saranno costretti a passare da una azienda all’altra con il rischio concreto di peggioramento delle condizioni di lavoro ed inoltre del passaggio da contratti pubblici a contratti privati con l’obbligo di pagare poi le ricongiunzioni che ne scaturiranno, impedendo così anche pensionamenti decorosi. Riteniamo che l’intera materia debba essere rivista privilegiando logiche di buon andamento della pubblica amministrazione e di economicità per la cittadinanza. E’ infatti evidente che il privato privilegi logiche di mercato volte legittimamente a ricavare profitto mentre il servizio pubblico ha come prima finalità l’interesse della popolazione e la salvaguardia del bene stesso. C’è il rischio di produrre il caos organizzativo a tutto svantaggio dei Comuni, senza avviare quelle politiche industriali necessarie per rispondere con servizi efficienti ai bisogni dei cittadini. Stante questa situazione, pensiamo necessaria una presa di posizione della politica con l’obiettivo di ristabilire la tutela dei beni comuni e dei diritti dei cittadini e, al di là dell’agitazione che si forma ad ogni cambio di direzione societaria, riteniamo utile conoscere da chi si appresta ad assumere l’incarico di gestire Cogeme il piano industriale che nel prossimo futuro possa assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, la qualità dell’occupazione e la qualità dei servizi".
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