(a.c.) A margine del vertice convocato in Prefettura sulla situazione del campo nomadi di via Orzinuovi in città la CGIL, per mano del suo segretario, Damiano Galletti, ha presentato una denuncia nei confronti del vicesindaco e assessore alla Sicurezza Fabio Rolfi. Le motivazioni? Incitamento all’odio razziale e all’etnicizzazione dei reati. 

La CGIL ovviamente si riferisce alle dichiarazioni di Rolfi in seguito agli arresti effettuati nella giornata di martedì in alcune province del nord, tra cui la nostra. Il vicesindaco ha detto, in merito all’operazione: "Questi arresti dimostrano quanto siano vasti e diffusi il sommerso e l’evasione fiscale legati all’attività delle etnie nomadi. Si ha un’ulteriore conferma di quanto sia stonato lo stile di vita di molti nomadi, fatto di lussuose ville, migliaia di euro in contanti e automobili di grossa cilindrata, rispetto alla costante richiesta di accesso alle risorse dei servizi sociali dei comuni che li ospitano e di quanto inoltre sia profonda e diffusa l’illegalità all’interno di questa comunità". Parole che a Galletti e alla CGIL fanno pensare al razzismo. 

Inutile dire che l’incontro in Prefettura di ieri, al quale hanno partecipato il prefetto Livia Brassesco Pace, il questore Lucio Carluccio, il sindaco Adriano Paroli e il suo vice, il vicepresidente dell’Associazione Rom-Sinti e Damiano Galletti, non ha portato a nulla di nuovo.

A margine dell’incontro il segretario della Camera del Lavoro ha rilasciato una dichiarazione, riportata stamane sul Giornale di Brescia: «Ricordo che sono stati spesi un milione 630 mila euro per la realizzazione di quindici casette, destinate ai Sinti. La Loggia ha cambiato idea, modificandone l’uso: ora, su quindici case, solo sei sono occupate. Poi, 160mila euro per l’acquisto del campo di Guidizzolo, in provincia di Mantova. Ancora, 220mila euro per bonificare l’area di via Orzinuovi: dopo tutto questo, nel campo vivono ancora 76 persone senza soluzione. Senza alcuna garanzia per il futuro: molti avrebbero accettato già mesi fa di presentare una domanda per gli appartamenti di edilizia popolare, ma con la certezza di poter avere un contratto di almeno cinque anni, ma anche di poter pagare un canone "popolare", perché al momento sul mercato ci sono solo appartamenti di edilizia privata».

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Redazione BsNews.it

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