(a.c.) L’intenzione è quella di staccare entro il 30 giugno gli allacciamenti di energia elettrica e di acqua corrente, per costringere le famiglie rom ad abbandonare il campo. Solo l’ennesima minaccia o questa volta il comune andrà fino in fondo?
Una situazione spinosa. La Loggia per anni ha portato avanti una politica conciliatoria nei confronti delle famiglie dei sinti, e dei loro avvocati, residenti in via Orzinuovi con il risultato che ancora oggi, a distanza di 4 mesi dal precedente "ultimatum" nulla o quasi è cambiato. Il primo strappo nei rapporti fino ad allora tuttosommato tranquilli c’è stato a marzo (leggi la notizia), quando il comune venne accusato di mettere in atto politiche discriminatorie nei confronti dei nomadi (nomadi stanziali, a dire il vero).
Ora sarebbe giunto il momento di stccare le linee. Ecco la dichiarazione del vicesindaco Rolfi sulle colonne del Giornale di Brescia: «Il patto di cittadinanza scadeva il 28 febbraio scorso. Da gennaio ad oggi abbiamo presentato sette proposte per soluzioni abitative alternative al campo. Ognuna è stata respinta per una serie di ragioni, tra cui la volontà espressa dai Sinti di rimanere tutti uniti. Il programma della nostra Amministrazione prevede il superamento dei campi nomadi, perché lo riteniamo un modello superato anche alla luce del fatto che vi abitano famiglie residenti e sedentarie. L’obiettivo è che queste persone vivano tra di noi in modo autosufficiente e rispettando le regole, così come tutte le altre famiglie che affittano o acquistano una casa. Dal 2008 ad oggi abbiamo chiuso una serie di campi nomadi privati, ed anche quello comunale al 104 di via Orzinuovi. Il numero dei residenti è diminuito sia nel campo dei Sinti sia nel Centro di emergenza abitativa di via Borgosatollo, dove ora vivono 140 persone di nazionalità serba o kosovara e 15 Sinti, componenti delle quattro famiglie italiane che si sono trasferite da via Orzinuovi 108 già nel marzo 2011».
Ancora: «Ai capifamiglia abbiamo proposto, mercoledì scorso, di accedere ai prefabbricati del Centro di via Borgosatollo, dove già vivono alcuni Sinti. Tre famiglie, invece, hanno diritto ad un alloggio a canone sociale perché ci sono membri con problemi di disabilità. Ci siamo anche impegnati ad individuare sul mercato alloggi privati a basso costo. Ebbene, nessuno, a parte un nucleo famigliare, ha accettato queste proposte. In realtà, è un percorso che non condividono ed hanno assunto un atteggiamento dilatorio che non intendiamo più accettare. Devono, entro il 10 giugno, sottoscrivere il patto di cittadinanza. Alternative, per quel che ci riguarda, non ce ne sono».
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