di Lucia Marchesi – Parliamo di clacson. Quanto piace ai bresciani? Tantissimo. Da morire. Ancora di più del voto, è considerato la massima espressione del diritto di parola. Ma quale parola? Di solito un insulto. Eh sì, perché il bresciano al volante perde totalmente il controllo, viene assalito dal delirio di onnipotenza e la sua soglia di pazienza, già piuttosto esigua, si abbassa ulteriormente. Il bresciano strombazza per qualsiasi cosa. Probabilmente viaggia con la manina perennemente posizionata sul clacson, così è pronto per qualsiasi evenienza. E capita molto di rado che si limiti a un lieve “pet-pet”. Di solito è un “peeeeeeeeeet”.
Il codice della strada dice «Il dispositivo di segnalazione acustica deve essere usato con la massima moderazione e solamente ai fini della sicurezza stradale. La segnalazione deve essere la più breve possibile». Pensate un po’, non ho trovato scritto da nessuna parte «È consentito strombazzare come degli indemoniati quando si perde la pazienza per il traffico intenso».
Quindi miei cari concittadini amanti del clacson selvaggio sappiate che strombazzare dietro un’auto che porta a caratteri cubitali la scritta “scuola guida” che arranca leggermente partendo in salita non è solo spregevole, ma è anche proibito. Se avete fretta, andate a piedi. Nelle ore di punta si fa molto prima. E vale anche per il semaforo: quando scatta il verde, potete anche aspettare un momentino, non si può pretendere che tutti scattino come Saetta McQueen.
Ma dove si scatena maggiormente l’uso selvaggio del segnalatore acustico? Nelle rotatorie. Nostre vecchie conoscenze.
Sì, perché quando la rotonda è a più di una corsia, l’automobilista prende la trebisonda e, vista la totale mancanza di conoscenza dell’uso delle frecce, le auto iniziano a tagliarsi la strada a vicenda e i clacson impazziscono. Il massimo è quando strada di provenienza e rotonda sono a due corsie e il proseguimento diventa a corsia unica: l’effetto imbuto scatena l’inferno.
Anche nei parcheggi la situazione può diventare drammatica: uscire dai posteggi disposti “a lisca di pesce” del ring può diventare un’impresa veramente ardua quando il traffico è congestionato. A volte, segnalare il proprio arrivo all’auto che sta facendo retro marcia diventa indispensabile. Ma ragazzi, un lieve colpo di clacson è sufficiente, non c’è bisogno che la strombazzata duri fino al vostro arrivo in piazza Repubblica. Suvvia, non esageriamo.
Non parliamo poi della pessima abitudine di suonare per salutare qualcuno. L’automobilista vede camminare per strada una vecchia conoscenza e si scatena con il clacson. Diciamocelo, nove volte su dieci l’interessato non fa in tempo a mettere a fuoco, perché l’auto si allontana in fretta, e l’unico risultato è che a tutti gli altri passanti è venuto un “coccolone” per lo spavento.
Devo anche rammaricarmi per un’altra pessima abitudine, per fortuna non troppo diffusa, ma comunque fastidiosa. Mi è capitato qualche volta di fermarmi, alle strisce pedonali, ma non solo, per permettere a una persona anziana di attraversare la strada. Puntualmente, arriva la mente eccelsa che inchioda, facendo anche la sgommata, dietro di me e si mette a strombazzare. Bene, a questo genio incompreso proporrei che venisse sequestrato a vita il mezzo, così la prossima volta che vorrà fare il gradasso, lo farà con il campanello della bicicletta.
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