Rolfi (Lega) dice sì alla verifica in Broletto. E in Loggia “taglia” stadio, Maya e patto di stabilità

di Andrea Tortelli – In Broletto è arrivata l’ora di una verifica. E magari anche di un rimpasto. Mentre la Loggia deve avere il coraggio di andare oltre il patto di stabilità. Cancellare lo stadio dal progetto della cittadella dello sport e – al posto dei Maya – pensare a una grande mostra con le collezioni private dei bresciani. A dirlo è il segretario provinciale della Lega e il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi, che – in un’intervista rilasciata a Bsnews – affronta alcuni dei principali nodi dell’attualità politica della Leonessa.

D – Partiamo dal voto delle ultime amministrative. Qual è il suo bilancio?
R – Negativo perché abbiamo perso molti voti, evidentemente a causa delle note vicende della Tanzania, di Renzo Bossi e via dicendo. Ma positivo in termini di Comuni conquistati, perché – con Rovato – oggi abbiamo 22 sindaci. E potremmo affermarci anche a Palazzolo, dove il modello Lega-civiche ha funzionato. Verona è stato un caso eclatante, ma anche il Comune dell’Ovest bresciano ha dato un segnale. E’ necessario un movimento più capace di dialogare con il mondo civico e meno ingessato su un identitarismo stretto. Quanto a Desenzano, seguendo la stessa logica, abbiamo deciso di sostenere Scamperle al ballottaggio. Senza apparentementi e senza chiedere nulla in cambio.

D – Allarghiamo il campo. In Provincia è arrivata l’ora del rimpasto?
R – E’ arrivato il momento di decidere il successore di Alessandro Sala alla Caccia. E di cogliere l’occasione per verificare se a metà mandato sono necessari aggiustamenti nei nomi e nelle priorità. Una riflessione come quella che abbiamo fatto in Loggia può essere positiva.

D – Nella giunta, con Molgora, ci sono quattro assessori cerchisti. Troppi?
R – Dopo l’annuncio della candidatura unitaria di Maroni credo non esistano più né maroniani né cerchisti. Semmai il nodo è valutare quali sono i punti di forza e di debolezza nell’esecutivo.

D – Dubito parlerà ora dei punti deboli. Il punto di forza?
R – Senza dubbio il difficile lavoro di risanamento dei conti fatto da Molgora. Ora però è necessario dare il là alla fase due e rivedere le priorità.

D – A lungo avete chiesto al Pdl di rinunciare a un assessore. Avete cambiato idea?
R – E’ una delle ipotesi in campo.

D – I nicoliani però sembrano determinati a indicare Ermano Pasini, di cui voi avete fino a oggi stoppato la nomina. Proseguirete su questa linea o vi piegherete a una logica d’alleanza?
R – Chiaro che rispettiamo l’autonomia del Pdl. Ma bisogna anche considerare che un assessore deve inserirsi nella squadra ed entrare in una dimensione collettiva. Per questo trovo giusto condividere questo passaggio. Quanto a Pasini, sottolineo che né io né Molgora abbiamo mai ricevuto proposte ufficiali dal Pdl. Ritengo doveroso che il partito si esprima attraverso il suo segretario e non attraverso le correnti. Quando Mattinzoli farà un nome lo valuteremo.

D – Anche la Loggia è alle prese con la sostituzione di Di Mezza, che lascia una delega – quella al Bilancio – davvero pesante. Ha in mente qualche nome?
R – Chiaro che se in ballo ci sono le deleghe di Di Mezza anche il nome deve essere all’altezza di Di Mezza. Detto questo credo che, sul Bilancio, serva maggiore coraggio. Oggi le esigenze del patto sono anteposte a quelle dei cittadini. Ma, come vado dicendo da mesi in giunta, è più importante dare risposte alla città piuttosto che tenere i conti in ordine formale per far felice il maestrino Monti. Serve un punto di rottura, come quello annunciato dal presidente dell’Anci Graziano Delrio, che ha lanciato l’idea dello sforamento collettivo del Patto.

D – Con questa situazione, però, delle grandi opere che Paroli aveva promesso non potrà restare molto. Quali salva?
R – Salvo innanzitutto il parcheggio sotto il Castello. Io credo molto alla mobilità sostenibile, ma per raggiungere questo risultato dobbiamo anche pensare a parcheggi che consentano l’accessibilità alla città pedonale. Quanto alla cittadella dello sport, invece, posso dire che è stata una grande idea per dare risposte a carenze storiche evidenti. Oggi quest’opera deve essere tolta dalle priorità, ma non cancellata. Semmai bisogna pensare a una cittadella più compatibile, quindi senza stadio, visto che le condizioni – tra cui l’inadeguatezza del Brescia Calcio – non ce lo consentono. Una cittadella che comprenda pista di atletica, palazzetto e impianti per altri sport cosiddetti minori è utile e possibile. E credo che anche molti ambientalisti sarebbero d’accordo.

D – E la grande mostra di Maya?
R – Pur avendo condiviso la linea di Arcai, che ha portato a successi concreti, credo che oggi sia necessario sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda della città, e non solo per quanto riguarda I costi. Ad esempio voglio proporre di ospitare una mostra che raccolga il meglio delle collezioni private bresciane. Non ci costerebbe nulla e ci permetterebbe addirittura di guadagnare soldi che potremmo destinare al sociale.

D – Parliamo di nomi. Si dice che il successore di Alessandro Triboldi a Brescia infrastrutture sarà un leghista. Chi?
R – Potrebbe. E di certo in quel caso si tratterà di una persona autorevole e competente, non necessariamente di un militante del partito. Anche sulle nomine di A2A, credo, abbiamo dimostrato di non essere vincolati da una logica di stretta appartenenza.

D – Elezioni del 2013. La Beccalossi ha dichiarato: “Rolfi non è Tosi”. E ribadito che il candidato sindaco sarà Paroli. Che risponde?
R – Non ho mai detto di essere Tosi: ognuno è se stesso. Quanto alla candidatura di Paroli non so perché la Beccalossi avverta la necessità di dirlo…

D – Esclude di candidarsi a sindaco nel 2013?
R – Come ho già detto non escludo nulla. La Lega si trova in una situazione particolare: deve celebrare due congressi, cambiare il segretario federale e aggiustare la linea e il posizionamento rispetto al passato. Prendere oggi posizioni definitive è prematuro e fuori luogo: certi errori li lascio fare al Pd.

D – Se la linea fosse quella della libertà nelle alleanze locali che farete? Confermerete il patto con Pdl?
R – Con Paroli abbiamo governato bene: è sempre stato leale nei nostri confronti e non è nostra intenzione voltargli le spalle. Detto questo, però, il quadro è profondamente cambiato rispetto al 2008: se il Pdl non vuole fare saltare definitivamente l’alleanza deve fare saltare il governo Monti.

D – E’ disposto a ragionare anche con Laura Castelletti e Francesco Onofri?
R – Sono due realtà importanti. Ma la Castelletti deve decidere cosa vuole fare, perché lo stare in mezzo – tra i grillini e la nuova Lega 2.0 – rischia di farle perdere rilevanza. L’amministrazione ha raccolto la sua sensibilità su diversi temi, come la mobilità sostenibile: aspettiamo che l’estate le porti consiglio. Quanto a Onofri, l’ho sempre giudicato positivamente. Ma credo soffra di eccessivi concorrenti interni.

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Redazione BsNews.it

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