Cultura

La storia di Re Desiderio inaugura il Centro Italiano di Studi Longobardi e rilancia il museo Santa Giulia

 

Questa mattina a Brescia è stato stilato l’atto di fondazione del Centro Italiano di Studi Longobardi, promosso dal Comune di Brescia, attraverso la Fondazione Brescia Musei. Il nuovo organismo avrà un ruolo centrale nel rilancio di Santa Giulia e della città. Ciò avverrà in attuazione delle prescrizioni Unesco.

La serie delle attività del “Centro italiano di studi longobardi” prende avvio con il grande appuntamento internazionale dedicato alla figura di Desiderio, l’ultimo re longobardo prima dell’arrivo dei Franchi. L’incontro, che muove certo dal complesso monumentale di San Salvatore – Santa Giulia di Brescia e dall’impegno del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Musei, si avvale di una vasta ricerca affidata ai massimi studiosi italiani ed europei; esso intende illustrare il profilo del sovrano, già duca di Brescia, il suo progetto politico, i rapporti con la Chiesa, con i duchi e con le istituzioni monastiche del regno, la rete delle relazioni internazionali – con i regni e con l’impero di Bisanzio – da lui costruita, fino allo scontro finale con Carlo re dei Franchi.

Il tema fa luce sui decenni cruciali del governo desideriano, statista impegnato a consolidare le strutture rege dopo Liutprando ed Astolfo, mettendo in campo grandi energie per costruire la rete di controllo territoriale, superare le tendenze autonomistiche dei duchi e dare una coerente unità alla compagine del regno. La volontà di Desiderio di ampliare la sua influenza alle regioni franche e bavare, inoltre, mediante un’accorta politica matrimoniale, evidenzia altresì il suo piano strategico per edificare uno “spazio europeo” politicamente più coerente ed unitario, la cui realizzazione avverrà solo con l’impero carolingio.

Appare importante, dunque, indagare le prospettive politiche del progetto desideriano e le motivazioni del loro insuccesso, quale presupposto scientifico per l’avvio di quella serie di approfondimenti storico-artistici, culturali, normativi e documentari sul ruolo dei re longobardi – da Alboino a Clefi, da Agilulfo a Rotari, da Liutprando ad Astolfo e Desiderio –, senza trascurare ovviamente la straordinaria vicenda dei ducati meridionali, dello sviluppo della “Langobardia minor” e della cultura beneventana fino al pieno XI secolo, ambiti operativi in cui è chiamato ad operare il “Centro italiano di studi longobardi”. In tutto questo si inserisce prepotentemente la fondazione dei grandi monasteri maschili e femminili bresciani: San Salvatore di Brescia (poi Santa Giulia), San Benedetto di Leno e San Salvatore di Sirmione.

Si tratta di un percorso storico-documentario rigoroso, condotto sotto l’egida del Comitato scientifico del “Centro italiano di studi longobardi”, destinato a moltiplicare l’interesse e le conoscenze attuali. Esso appare quindi come la premessa essenziale alla successiva divulgazione dei dati di studio, all’approntamento tecnologico di strumenti avanzati nella comunicazione, alla proposta di contenuti culturali utili alla promozione turistica e di informazioni finalizzate alla tutela monumentale. L’appuntamento bresciano vuole essere, pertanto, il primo della serie dei congressi promossi dal Centro e fungere da modello, sia nel metodo che nell’impegno programmatico e nel coordinamento, per quelli che la rete dei siti Unesco “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d.C.)” organizzerà negli anni a venire sull’intero territorio nazionale.

 

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Redazione BsNews.it

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