Manifestanti no-Tav occupano un ufficio in stazione. Critiche anche per il parcheggio sotto il castello
(a.c.) Una giornata di mobilitazione in tutta Italia per esprimere solidarietà alla Val di Susa. Anche a Brescia ieri è andata in scena la protesta contro la linea di alta velocità, con una declinazione ulteriore riguardante un’altra opera discussa, sia per i costi di realizzazione che per la sua utilità: il parcheggio sotto il castello.
I manifestanti che si sono dati appuntamento presso la stazione ferroviaria cittadina erano un centinaio. Studenti del "Kollettivo", attivisti del Magazzino 47, esponenti di Rifondazione Comunista e semplici cittadini: alle 18 sono entrati in stazione con cartelli e manifesti, alcuni dei quali ricordavano i costi dell’opera e l’equivalente in opere pubbliche o investimenti nei servizi sociali. Ad esempio: «4 centimetri di Tav = un anno di pensione», o ancora «500 metri di Tav = 1 ospedale da 1200 posti». I pendolari che si trovavano in stazione erano informati dai manifestanti circa la natura della protesta, un ragazzo col megafono scandiva slogan e spiegava cosa stava succedendo, mentre alcuni attivisti hanno simbolicamente occupato l’"Ufficio Movimento". Nessuna tensione particolare, alle 19.20 l’Ufficio è stato liberato dopo aver spiegato ai dipendenti delle Ferrovie che l’opera dell’alta velocità è dannosa pure per Trenitalia, che dovrebbe investire nel trasporto locale, nei treni per i pendolari, nei servizi ora lacunosi.
Usciti dalla stazione gli attivisti hanno chiuso la protesta con un corteo fino a piazza Loggia.