Israele nega a Stefano il permesso di entrare e lo rispedisce a Rovato
Una Paqua che non potrà mai più dimenticare. Questo è sicuro. Stefano Fogliata, studente rovatese di scienze politiche, si è imbarcato sabato 7 dall’aeroporto di Malpensa, direzione Tel Aviv, dove avrebbe dovuto trascorrere un periodo di volontariato europeo. Ma una volta atterrato all’aeroporto israeliano per il giovane bresciano sono iniziati i problemi. La polizia di frontiera lo ha fermato e condotto in una camera di sicurezza dove è stato interrogato per più di sette ore senza sapere il motivo per il quale gli facessero tante domande. Per farla breve, il 22enne era sospettato di terrorismo. Il motivo? “Non ne ho idea – racconta Stefano -. Non era la prima volta che mi recavo in Cisgiordania e sempre per lo stesso motivo. Mi volevo concentrare sulle pratiche di dialogo messe in campo da ong, comunità e singoli cittadini israeliani e palestinesi che cercano di uscire da una lunga spirale di contrapposizione armata affinando strumenti di resistenza non violenta per la risoluzione dei conflitti”, Dopo 24 ore di fermo nella camera di sicurezza dell’aeroporto i militari si sono convinti dell’innocenza di Stefano e l’hanno rispedito in Italia con il primo volo utile.