(a.t.) Passo indietro, e passo avanti, di Molgora sulla questione del taglio dei vitalizi ai parlamentari. Questa mattina, infatti – durante una conferenza stampa – il presidente del Broletto ha annunciato il ritiro del ricorso contro il giro di vite deciso dal governo sulle “pensioni” di deputati e senatori. Ma nel contempo ha rilanciato, presentando una proposta di legge – già depositata – che prevede un taglio del 30 per cento su tutti i vitalizi.
“Come ho sempre detto”, ha spiegato Molgora, “quello definito dal governo è un finto intervento, che di fatto – toccando poche decine di posizioni – comporta un risparmio di soli 3 milioni di euro all’anno. Per questo ho deciso di depositare una proposta di legge che aggiunge un contributo di solidarietà del 30 per cento su tutti i vitalizi, compresi quelli già in essere. In questo modo il risparmio si aggirerebbe sui 70 milioni di euro all’anno (su un totale di 320). Più dei soldi che si vorrebbero ‘guadagnare’ con il taglio delle Province (65 milioni). Con questa somma”, ha continuato, “ci potremmo pagare la cassa integrazione a zero ore per 7mila persone”.
“Per quanto riguarda il mio ricorso”, ha chiarito il presidente del Broletto, “vorrei sottolineare che la lettera con cui l’ho ritirato porta la data di fine febbraio. In queste settimane ho letto numerose notizie che parlavano di out out che mi sarebbero stati posti. Tengo a precisare che non ho ricevuto alcuna comunicazione al riguardo dai vertici del partito. Ho ritirato il ricorso semplicemente perché credo non sarebbe stato coerente con la mia iniziativa”. Ma sulle parole di Maroni – che lo aveva criticato duramente – la replica di Molgora è stata sferzante. “E’ stato forse il miglior ministro degli Interni italiano”, ha risposto, “ma oggi non riveste alcuna carica all’interno della Lega: parla a titolo personale”. Ancora, il numero uno di Palazzo Broletto – sollecitato dai giornalisti – non ha mancato di dire la sua sul clima difficile in casa Lega. “Il momento è complicato per tutti”, ha spiegato, “credo che il Carroccio, in questa fase, debba ritrovare la sua concretezza e che tutti debbano attenersi al ruolo che sono chiamati a svolgere, con umiltà. Troppa gente”, ha concluso, “si è permessa di rilasciare dichiarazioni come se fosse il segretario nazionale o federale del partito”.
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